Il finanziamento dei progetti interni all’iniziativa che la Cina definisce “Una Cintura, Una Via” raggiunge la somma di 1,2 bilioni di dollari, secondo il sito joc.com Rajiv Biswas, l’economista capo di IHS per la regione Asia-Pacifico, ha dichiarato a joc.com che “la scala” dei fondi stanziati “sembra vasta”.

I prestatori sono, principalmente, la nuova Banca Asiatica per gli Investimenti Infrastrutturali (BAII-AIIB), il Fondo per la Via della Seta, e molte banche e istituti ordinari cinesi. Il capitale iniziale stanziato dalla BAII era di 100 miliardi di dollari, ma joc.com stima che la “sua capacità di fuoco finanziaria” sarà ampliata, considerata la molteplicità dei progetti previsti.

Tra i progetti c’è la rete di strade e vie ferrate, di oleodotti e gasdotti e altri progetti infrastrutturali, che vanno dallo Xi’an nel centro della Cina, per tutta l’Asia Centrale fino a Mosca, Rotterdam e Venezia. Un altro progetto è quello di una rete di porti e di infrastrutture costiere dall’Asia meridionale e sudorientale fino all’Africa orientale e al Mediterraneo settentrionale.

Chiaramente scosso dall’ampiezza della prospettiva economica cinese, il Financial Times del 18 luglio pubblicava due cartine a illustrazione di un proprio resoconto dal titolo “Le nuove vie del commercio: il corridoio della Via della Seta”, descrivendo i progetti infrastrutturali previsti. Il quotidiano della City di Londra rileva che anche prima dell’annuncio di “Una Cintura, Una Via”, la Cina aveva cominciato a ridisegnare la propria mappa energetica, e della rete di oleodotti e gasdotti. Delle due cartine, la prima indica le vie di corridoi ferroviari trans-asiatici, la seconda mostra i progetti di trasporto di merci e vettori energetici sia in corso sia in progetto, nella regione dell’Asia centrale.