Dopo la rapida ascesa, il tonfo? Due mesi fa Annalena Baerbock veniva già considerata ad un passo dal Cancellierato. Oggi si può leggere su tutti i giornali che le prospettive elettorali della pasionaria verde sono seriamente minacciate dalle scopiazzature di cui è accusata e a cui gli stessi media che la osannavano oggi dedicano ampio spazio. Nella maggior parte dei casi, le accuse di plagio, che riguardano il libro “Adesso: come rinnoviamo il paese” uscito in campagna elettorale, consistono in operazioni di copia-e-incolla da scritti di suoi colleghi o sodali e potrebbero diventare un affare serio. Nel passato diversi politici, tra cui un ministro della Difesa e un ministro della Famiglia, furono costretti a dimettersi per accuse simili.
Il 4 luglio, il principale quotidiano “verde”, il Tageszeitung, ha pubblicato un editoriale intitolato “è finita, Baerbock”, suggerendo che il partito la sostituisca con l’altro presidente del partito, Robert Habeck, nella corsa al Cancellierato. Baerbock è stata travolta dalle proprie ambizioni, scrive il TAZ. Se rifiuterà di cedere la candidatura a Habeck “al più presto”, suggerisce l’autrice Silke Mertins, “i nomi influenti nel partito” dovrebbero dirle: “È finita, Annalena!”. La cosa non sembra tecnicamente facile però; il partito verde dovrebbe indire un nuovo congresso per nominare un nuovo candidato e usare le poche settimane rimaste a disposizione per promuoverne l’immagine. Dal 25% di quattro settimane fa, il rating nei sondaggi è piombato al di sotto del 20%.
Sepolte le ambizioni di guida del governo, i verdi possono ancora sperare di ottenere abbastanza voti da poter entrare in un governo di coalizione con la CDU-CSU e conquistare un ministero importante. Ma per il momento il barometro punta a una coalizione della CDU-CSU con i socialdemocratici e i liberali.