Il direttore della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, ha ricordato che l’Italia dovette abbandonare il sistema di separazione bancaria, vigente dal 1936, per obbedire a una direttiva europea. Parlando di fronte alle Commissioni Finanze riunite di Camera e Senato il 17 gennaio, Barbagallo ha risposto a una domanda del deputato pentastellato Alessio Villarosa, il quale gli ha chiesto se non sia il caso che la crisi bancaria italiana mostra il fallimento del modello di banca universale e se non fosse meglio tornare al vecchio sistema.

“È molto interessante quanto ha detto sulla legge bancaria del ’36”, ha risposto Barbagallo, ricordando che essa “fu modificata [dalla legge Draghi-Amato, ndr.] per recepire una direttiva comunitaria. Separatezza tra banca e industria, breve e lungo termine, banca d’interesse pubblico non sono concetti dell’Europa. Già a meta degli anni Ottanta non erano concetti dell’Europa. Se l’Italia sta in Europa” deve obbedire alle leggi europee, ha affermato, aggiungendo: “Si può avere un parere personale diverso ma questo è un dato di fatto”.

Ripetendo che sarebbe interessante discutere se la separazione bancaria avrebbe preservato le banche dalla crisi, Barbagallo ha però osservato che “il problema oggi è legato soprattutto ai crediti deteriorati perché (…) posto che 18% dei crediti sono deteriorati”, si tratta di “un problema della banca commerciale, non della banca universale”. Se l’economia va male, vanno male sia le banche universali sia quelle commerciali. “È naturalmente un tema aperto su cui si possono avere opinioni…. Poi le farò avere privatamente una risposta”, ha concluso Barbagallo.

Barbagallo ha ragione quando afferma che la crisi delle banche italiane, a parte qualche eccezione, è una crisi dei crediti commerciali; tuttavia, le sofferenze sono il prodotto della politica di austerità imposta dall’UE dopo i salvataggi delle banche universali nel 2008. Se in quella congiuntura i Paesi dell’UE avessero reintrodotto la separazione bancaria, i governi non si sarebbero sobbarcati quell’enorme passività e i fondamentalisti di bilancio non avrebbero avuto il pretesto per imporre l’austerità.

Inoltre, la crisi che minaccia il contagio europeo, quella di MPS, è dovuta principalmente alla folle acquisizione di Antonveneta nel 2008, un atto che, fosse MPS rimasta banca commerciale, non avrebbe potuto verificarsi sotto la vecchia legge. Barbagallo dovrebbe saperlo bene, dato che fu proprio il suo ufficio, allora presieduto da Anna Maria Tarantola, a scoraggiare l’acquisizione nel 2007.