È ormai evidente a tutti il grado di marcescenza dell’intero sistema bancario europeo. È evidente a tutti, salvo agli interessati allo status quo e all’Autorità Bancaria Europea, che nei suoi stress test ha messo il paraocchi sull’esposizione in derivati delle banche.

Che una sola banca, Monte dei Paschi di Siena, sia stata salvata con uno schema equivalente ai soliti salvataggi detti bail-out, significa che sin dall’inizio tutte le regole di bail-in, americane ed europee, che erano state spacciate come a tutela dei risparmiatori, in realtà erano una frode.

Tra coloro che “non vedono” la bancarotta sistemica c’è Stuart Lewis, il “direttore supremo per il rischio” di Deutsche Bank intervistato dal Frankfurter Allgemeine Zeitung a proposito della denuncia del Fondo Monetario Internazionale, che ha qualificato la sua banca come “la più pericolosa al mondo”. Lewis ha risposto nel modo più isterico immaginabile: “Nient’affatto. Solo il recente rapporto dell’FMI ha infangato la situazione. Noi non siamo pericolosi. Siamo [al contrario] assai rilevanti. Deutsche Bank è interconnessa con l’intero settore finanziario. Siamo una delle principali banche universali al mondo. Ma per essere chiari: la nostra azienda è stabile. I bilanci sono in salute”.

Ricordiamo che l’unico modo per uscire da questo caos che non ammette la verità, è ricapitalizzare sì Deutsche Bank, ma solo a condizione che vengano ripristinate le politiche proposte dal suo presidente Alfred Herrhausen, prima di essere assassinato nel novembre 1989, per riattivare una politica di cooperazione con l’ex blocco sovietico e le nazioni in via di sviluppo, il tutto in vista dello sviluppo mondiale generale.

Dall’altra parte, quella dei pazzi nelle istituzioni, si continua a promuovere lo scontro con la Cina e la Russia. Un rapporto pubblicato il 28 luglio scorso dalla RAND Corporation, tenuta in piedi da fondi federali americani e dall’esercito americano, è intitolato “Guerra con la Cina – Pensare l’impensabile” e discute di tale prospettiva: “Le perdite militari cinesi supererebbero in modo significativo le perdite americane […] Tuttavia, il non ridotto miglioramento delle capacità difensive, anti-intrusive, della Cina potrebbe aumentare le perdite americane e, nel consumarsi delle capacità offensive americane, ridurre le perdite cinesi”.

Meglio ora che più tardi, è il messaggio tra le righe.

Dimostrando ciò che lo statista americano Lyndon LaRouche ha descritto come un livello incredibile di propaganda ingannevole, il rapporto afferma che la Russia non avrebbe “un sostegno significativo nel combattimento” e consiglia di star tranquilli, poiché gli autori “considerano la guerra nucleare altamente improbabile”. Il rapporto presenta alcuni scenari che potrebbero portare a una tale minaccia per l’umanità tutta, tutti visti come deplorevoli conseguenze della presunta “aggressione” dal parte della Cina, o del fatto che la Cina avrebbe “equivocato” le intenzioni degli Stati Unti.

Il punto di ebollizione sembra dunque raggiunto, in America. Lo vediamo anche nel caotico crepuscolo di entrambi i partiti, democratico e repubblicano. In un simile momento storico la gente rischia la follia, l’adozione di forme fasciste di razzismo e l’isteria a favore della guerra. Tuttavia, è anche uno di quei momenti storici in cui gli esseri umani possono ritrovare in sé la qualità del pensiero che in realtà ne definisce la natura umana, di individui creativi, e che permette di modellare il futuro a beneficio dell’umanità.

Percy Bysshe Shelley disse di periodi come questo: “In periodi simili v’è un accumulazione di potere nel comunicare e nel ricevere concezioni intense e appassionate sull’Uomo e sulla natura”, se la gente sarà capace di accedere a “quel potere che risiede nel trono della propria anima”.

È in questo pensiero poeticamente espresso che sta la scelta di fronte a ciascuno di noi.