Il tentativo di golpe avviato dai creditori della Grecia continua

indisturbato, benché il governo abbia accettato il nuovo pacchetto alle condizioni imposte

dall’UE. Il Premier Alexis Tsipras, a costo di creare una scissione nel partito di governo Syriza,

ha fatto approvare tutte le misure di austerità che erano state pretese per ottenere un

finanziamento di 86 miliardi di Euro, che andranno a ripagare gli interessi sui debiti, e dovrebbe

essere pronto il 20 agosto. Quel giorno scadono altri 3,5 miliardi di Euro di titoli greci nelle

mani della BCE.

I media internazionali avevano annunciato che la “Troika più uno”

(Commissione Europea, BCE, FMI e Meccanismo Europeo di Stabilità) sarebbe tornata ad Atene il 24

luglio. Invece il giorno stabilito non è arrivato alcuno, perché i creditori stavano ancora

negoziando un posto “sicuro” in cui tenere i colloqui, per timore di assalti della popolazione

greca!

Circola voce che un accordo sul nuovo bail-out potrebbe non essere concluso

prima di dicembre, e si prospetta quindi una serie di prestiti ponte man mano che scadono i

pagamenti, prestiti che la Grecia non sarà mai in grado di ripagare.

L’intento evidente è quello di far cadere il governo e sostituirlo con

l’ennesimo regime alla Quisling. E ancora una volta i creditori intendono far crollare il sistema

bancario. Il parlamento greco ha approvato la “direttiva UE di risoluzione bancaria”, ovvero la

legge sul cosiddetto bail-in, o prelievo forzoso. Ma la BCE è ancora “preoccupata” per la clausola

che conferisce al ministero delle Finanze greco l’ultima parola sulla risoluzione di una banca

insolvente decisa dalla banca centrale, mentre la BCE pretende di essere essa stessa, assieme alla

banca centrale, a prendere la decisione.

Mentre le banche greche sono di fatto in bancarotta, nel 2010 non erano più

in bancarotta di tutte le altre banche europee, ed è stato proprio il “rimedio” imposto dall’UE a

uccidere il paziente. Ora si sta discutendo del prelievo forzoso su tutto il sistema bancario

greco, anche mettendo in forse il tetto di 100.000 Euro finora stabilito.

Andreas Dombret, membro del consiglio della Bundesbank e rappresentante del

Comitato di Supervisori della BCE, ha dichiarato alla rivista Focus che se l’assicurazione

sui depositi non è sufficiente a coprire i depositi fino a 100.000 Euro, nessuno in Europa è

tenuto a salvare i correntisti greci.

Il sito greco DefenceNet sottolinea che dei 120 miliardi di Euro di

depositi nel sistema bancario, 90 miliardi sono costituiti dai conti fino a 100.000 Euro, quindi i

grandi depositi hanno già lasciato il paese.

Mentre continua questa danza col disastro, i creditori della Grecia

rifiutano l’unica soluzione non soltanto per Atene, ma per tutto il sistema finanziario

occidentale, ovvero l’attuazione della riforma Glass-Steagall e una conferenza europea sul debito.