Il 2 settembre il gruppo dirigente dei Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS, professionisti e veterani di intelligence per la sanità) ha scritto una lettera aperta al Cancelliere tedesco Angela Merkel, mettendola in guardia dal fatto che la NATO è sul punto di intraprendere azioni sulla base di informazioni false, come quella con cui Stati Uniti e Gran Bretagna entrarono in guerra con l’Iraq. Ricordano alla Merkel che “dodici anni fa, l’ex Cancelliere Gerhard Schroeder, di fronte all’inconsistenza delle prove sulle armi irachene di distruzione di massa, si rifiutò di prendere parte all’attacco all’Iraq. Secondo noi, lei dovrebbe essere ugualmente sospettosa sulle accuse mosse dal Dipartimento di Stato USA e da funzionari della NATO che accusano la Russia di aver invaso l’Ucraina”.

Quanto alla credibilità del segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen, i VIPS la demoliscono facendo notare che nel 2003, quando era Premier in Danimarca, dichiarò che “l’Iraq possiede armi di distruzione di massa. Non è qualcosa che crediamo. Lo sappiamo per certo”.

“In gran parte sulla base di informazioni che consideriamo false, riteniamo che la possibilità di ostilità che degenerino sui confini dell’Ucraina è aumentata significativamente negli ultimi giorni” scrivono. Quanto all’adesione dell’Ucraina alla NATO, ritengono che “bisogna dire chiaramente a Poroshenko e Yatseniuk che l’adesione alla NATO non è prevista e che la NATO non ha nessuna intenzione di impegnarsi in una guerra per procura contro la Russia”.

Uno dei firmatari della lettera, Ray McGovern, ex ufficiale dell’esercito USA ed analista della CIA, considera chiaramente decisiva la posizione della Merkel e della Germania, al punto da essersi recato a Berlino la scorsa settimana, dove è intervenuto a due conferenze pubbliche il 4 e 6 settembre, concedendo interviste a vari siti anti guerra. A una domanda di un esponente dello Schiller Institute sul suo punto di vista sui BRICS come contromossa russa alle provocazioni occidentali sull’Ucraina, McGovern l’ha messa nel contesto delle iniziative anti-oligarchiche del Presidente russo Vladimir Putin.