di Liliana Gorini, presidente di MoviSol

Con un intervento che va contro le regole più fondamentali della democrazia e del diritto internazionale, l’Europa ha bocciato il governo del cambiamento che si stava formando in Italia, e che godeva di una chiara maggioranza parlamentare, tentando di imporre l’ennesimo governo tecnico, pronto da mesi, guidato da Carlo Cottarelli, che si proponeva solo di ridurre il debito pubblico, ed aveva il sostegno soltanto del PD, il partito uscito sconfitto alle elezioni del 4 marzo.

E’ l’ennesimo esempio di quella “sospensione della democrazia” chiesta anni fa dall’Unione Europea quando impose il pareggio di bilancio come unico scopo di ogni governo in Europa, o della “democrazia conforme ai mercati” di cui parla la Cancelliera tedesca Angela Merkel. L’aspetto paradossale, e senza precedenti nella storia della Repubblica, sono state le motivazioni addotte dal Presidente Mattarella per aver bocciato la lista di ministri presentata dal Presidente incaricato Conte: Mattarella ha detto espressamente di aver bocciato il Prof. Paolo Savona, rinomato economista, più volte ministro, già capo di Confindustria, per non indispettire gli “investitori stranieri” che temono che l’Italia esca dall’Euro, e questo benché nel contratto di governo, e nella dichiarazione del Prof. Savona di domenica pomeriggio, non si parlasse di uscita dall’Euro, ma di cambiare la fallimentare politica di austerità dell’Europa, che ha provocato in Italia “fenomeni di povertà, minore reddito e maggiori disuguaglianze”.

Nei giorni che hanno preceduto questo inammissibile colpo di mano contro un governo legittimo, atteso con grande speranza dagli italiani, il Presidente Mattarella si sarebbe sentito più volte con il capo della BCE Mario Draghi, lo stesso Mario Draghi che nel 2011 impose il governo tecnico di Monti, non eletto dagli italiani, con una lettera che ne dettava i compiti. Anche il Presidente francese Macron ha interferito pesantemente con questa decisione, chiamando Conte prima del suo incontro ufficiale al Quirinale per chiedere che togliesse il nome del Prof. Savona dalla lista di ministri, e il giorno dopo sostenendo Mattarella per averlo bocciato.
La stampa che fa capo alla City di Londra ed alle lobby finanziarie, responsabili della crisi gravissima in cui versiamo con le loro speculazioni, si è permessa di insultare non soltanto la Lega e il Movimento Cinque Stelle, che avevano lavorato alacremente ad un programma di governo per rilanciare il lavoro e combattere la povertà, ma tutto il popolo italiano, definendoci “barbari” (Financial Times) e “scrocconi” (Der Spiegel). Non sono piaciute all’Europa, ed agli speculatori per cui lavora, le immediate reazioni di Matteo Salvini (“meglio barbari che servi”) e Luigi Di Maio (“come si permettono”). All’indomani del colpo di mano di Mattarella, in nessun modo giustificato dalla Costituzione italiana, il quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt ha gioito “ha fatto bene, forza Mattarella”.

La domanda che si pongono in molti è: perché imporre con la forza un governo tecnico che durerà al massimo tre mesi, non avendo la maggioranza in Parlamento, e che secondo D’Alema farà aumentare il voto della coalizione di governo appena silurata dal 60% all’80% dei consensi? I mercati finanziari sono così disperati da voler prendere tempo anche solo per tre mesi?

Questo sembra essere il motivo del golpe. Deutsche Bank è sull’orlo del fallimento, la sua esposizione in derivati è ad un livello tale che perfino il loro economista capo David Folkerts-Landau denuncia il fatto che sia ormai ridotta ad un hedge fund. Come ha giustamente rilevato l’economista Alberto Bagnai, eletto nelle liste della Lega, in una intervista alla radio “l’Euro potrebbe saltare non per colpa nostra. Deutsche Bank sta per licenziare 7000 dipendenti, tutte queste banche hanno pesanti esposizioni in prodotti derivati. Poniamo che salti per aria la finanza privata tedesca invece della finanza pubblica italiana, dobbiamo essere preparati a questa evenienza”.
Anche il leader pentastellato Alessandro Di Battista, intervistato il 28 maggio da Lilli Gruber, denuncia: “hanno impedito questo governo perché hanno paura della separazione bancaria tra banche commerciali e banche d’affari e della creazione di una banca pubblica di investimenti”.

Più che il timore di un’uscita dall’Euro, del tutto ingiustificato, ciò che ha fatto saltare i nervi ai mercati è il fatto che il governo Salvini-Di Maio prevedesse nel suo contratto di governo due punti programmatici cari al movimento di LaRouche, il ripristino della legge Glass-Steagall, che finalmente toglierebbe ogni garanzia dello Stato agli speculatori, e una banca nazionale per il credito all’economia reale. Il sistema finanziario attuale è talmente marcio, e sul punto di esplodere, che non può permettere che se ne discuta, tanto meno che questi punti siano nel programma di un governo di un Paese importante come l’Italia, tra i fondatori dell’Europa. Ed è per tenere in piedi questo sistema finanziario marcio e ingiusto che i governi precedenti, da Monti a Gentiloni, ci hanno imposto misure draconiane di austerità.

L’Europa, l’UE, la Troika, la BCE, gli economisti e la stampa dell’establishment si rifiutano istericamente di capire che è in atto da due anni un Nuovo Paradigma, che ha trovato espressione nel voto per la Brexit, nella vittoria di Trump alle presidenziali americane, nel NO al referendum da noi, e ora nel voto del 4 marzo, così come trova espressione nell’adesione di due terzi del mondo alla Nuova Via della Seta, l’Iniziativa Belt and Road promossa dal Presidente cinese Xi Jinping che prevede massicci investimenti in grandi progetti infrastrutturali, ed una politica di cooperazione economica win-win al posto della politica di scontro geopolitico voluta dalla grande finanza, che porta solo alla guerra.

Ma non sono riusciti ad impedire il governo del cambiamento, che si è finalmente formato il 31 maggio, con un ripensamento del Presidente Mattarella di fronte all’assenza di voti per un governo tecnico. Quanto agli “investitori stranieri” ed alle loro preoccupazioni sul nostro Paese, ripeto quanto dichiaro in articoli e interviste da molti anni: i mercati non vanno rassicurati, vanno mandati in galera, per aver speculato sui nostri titoli di Stato, per aver indotto al suicidio due pensionati che avevano perso tutti i loro risparmi nei loro titoli tossici, per aver imposto il bail-in, che significa il furto dei nostri risparmi.

Il Presidente Mattarella ha dichiarato di aver posto il veto su Savona perché vuole tutelare i nostri risparmi. L’unico modo per tutelare i nostri risparmi non è quello di obbedire ai diktat di Bruxelles, ma è quello di adottare le 4 leggi di LaRouche (1. Glass-Steagall, 2. banca nazionale 3. credito pubblico, 4. investimenti nell’alta tecnologia, fusione nucleare e ricerca spaziale) e ci auguriamo quindi che il governo uscito dalle urne del 4 marzo applichi queste misure, anche per rispondere per le rime alla finanza speculativa che ha tentato, inutilmente, di silurarlo, e che tenterà di porre ogni ostacolo sul suo cammino.

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