I britannici hanno un nuovo piano per rovesciare il governo della Repubblica Sudafricana. Questo piano è parte della loro strategia contro i BRICS.

Il giornalista sudafricano e agente britannico Allister Sparks lo ha annunciato il 2 dicembre con il titolo “Ricercato: una strategia strisciante di rovesciamento di Zuma, prima del 2019” sul sito del Business Day (vedi: http://www.bdlive.co.za/opinion/columnists/2015/12/02/at-home-and-abroad-wanted-a-soft-exit-strategy-for-zuma–before-2019). Sparks insiste sulla necessità che anche Zuma se ne vada, poiché avrebbe guidato malissimo l’economia (descritta come a sé stante rispetto al collasso economico globale) e pertanto non gli si dovrebbe lasciar terminare il mandato. L’ostacolo, sostiene Sparks, è la paura di Zuma che le tante accuse di corruzione del passato vengano usate per incastrarlo una volta tornato cittadino comune. La soluzione sarebbe un accordo dell’African National Congress (ANC) e dell’Alleanza Democratica per cambiare la Costituzione consentendo così al futuro Presidente di amnistiare Zuma, come fece il Presidente americano Gerald Ford con Richard Nixon dopo lo scandalo Watergate. Sparks spera, d’altra parte, che il sostituto di Zuma alla presidenza sia il Vicepresidente Cyril Ramaphosa, finora rimasto silenzioso sul nucleare e sulla cooperazione dei BRICS.

Il Presidente Zuma però non è interessato ad andarsene, né tranquillamente né costretto. Di che cosa parla Sparks, allora? O meglio: di che cosa non sta parlando Sparks?

Il piano britannico è di costringere l’ANC a scaricare Zuma ricorrendo a una grande mobilitazione di sostegno al Mussolini sudafricano, Julius “Juju” Malema, che ha parlato – guarda il caso! – qualche giorno prima dell’uscita di Sparks a un incontro del Royal Institute of International Affairs (Chatam House). L’invito a parlare equivaleva a palesare che costui è una pedina dell’oligarchia. Malema ha parlato anche alla Oxford Union. Il 25 novembre alla Oxford Union e il 27 novembre con il redattore Financial Times Alec Russell, oltre che a Chatam House.

A Londra ha parlato anche con i responsabili di alcune multinazionali ed ha preso la parola anche alla locale Camera di Commercio Sudafricana. Il Mail & Guardian, sudafricano ma sotto controllo britannico, riferisce: “Malema è stato un successo in Gran Bretagna”.

Malema, un noto bulletto ignorante, un malversatore e un rivoluzionario alla Louis Vuitton, avrebbe costruito il suo partito “marxista” Combattenti per la Libertà Economica (EFF) sulla demagogia della redistribuzione della ricchezza, con il sostegno di Winnie Mandela e i soldi dei ricchi sudafricani neri che hanno legami con la City e Wall Street. Questi amici lo hanno anche tenuto fuori di prigione. Durante le elezioni del 2014 il suo partito emerse come una forza nazionale con 25 seggi su 400 all’Assemblea Nazionale; alle elezioni provinciali ottenne oltre l’8% dei voti nello Stato Libero e oltre il 10% di voti nel Gauteng. Sembra quindi che la sua demagogia funzioni.

Mentre Malema visitava Londra e Sparks vagheggiava il rovesciamento di Zuma, il principe Harry ha visitato ufficialmente la Repubblica Sudafricana, “facendo le veci della Regina”, dal 20 novembre al 3 dicembre.

Le visite reali non sono cosa frequente e spesso hanno uno scopo politico non dichiarato. Harry ha incontrato per un’ora il Presidente Zuma il 3 dicembre, ma dopo aver incontrato l’1 dicembre l’arcivescovo anglicano a riposo Desmond Tutu, ora un dichiarato avversario dell’ANC. La regina Elisabetta II lo ha eletto il 30 novembre membro onorario dell’Ordine dei Compagni d’Onore.