Matteo Salvini e la Lega hanno formalmente sfiduciato il governo Conte, ma la crisi di governo italiana è stata in realtà provocata da decisioni prese a livello dell’UE. Già a metà luglio, quando i Cinquestelle permisero, con i loro voti decisivi, l’elezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione, si subodorava l’accordo in fieri con il PD. L’accordo, secondo voci della City di Londra, è stato poi affinato con la visita di von der Leyen a Conte il 2 agosto. L’analista finanziario Mauro Bottarelli ha scritto su Business Insider: “Per molti inquilini delle sale trading londinesi, l’atto finale del governo giallo-verde si sarebbe compiuto il 2 agosto, quando Ursula von der Leyen ha fatto visita a Giuseppe Conte a Palazzo Chigi in seno al suo tour post-elezioni. Non a caso, la prima minaccia diretta ed esplicita alla tenuta dello stesso governo, il ministro Salvini l’ha avanzata due giorni dopo, il 4 agosto”.
Salvini ha dunque reagito a un biscotto che si stava confezionando alla luce del sole. Il cambiamento di regime a Roma prevederebbe un’alleanza tra le forze che votarono per la von der Leyen al Parlamento Europeo (quindi Cinquestelle, PD e Forza Italia). Una coalizione improbabile, ma gli sponsor della von der Leyen a Berlino, Parigi e Bruxelles sono disposti a tutto.
Ci riusciranno? Staremo a vedere che cosa accadrà dopo che Conte si sarà presentato al Parlamento il 20 agosto. Di fatto, la crisi tra i due partner di governo è motivata da una profonda divisione sulla politica europea, come hanno spiegato il portavoce per gli esteri della Lega Marco Zanni (nella foto ad una conferenza dello Schiller Institute) e il presidente della Commissione Bancaria al Senato Alberto Bagnai in un’intervista radiofonica il 9 agosto. Secondo Bagnai, Conte avrebbe deliberatamente tenuto il Parlamento e i membri leghisti del governo all’oscuro degli importantissimi negoziati sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità.
Inoltre si sospetta che un elemento importante del complotto dell’UE sia la determinazione a evitare assolutamente che il Commissario dell’ UE promesso all’Italia vada a un leghista. In effetti, un commissario di peso potrebbe essere di grande intralcio all’agenda maltusiana radicale esposta dalla von der Leyen il giorno della sua investitura.
In un’intervista per la rivista americana EIR, l’economista italiano Nino Galloni ha spiegato che “Il movimento Cinquestelle ha sempre presentato, in economia, due anime contraddittorie: quella postkeynesiana (che nella mia rielaborazione è molto vicina alle idee di LaRouche e che si può definire della crescita responsabile); quella della decrescita e dell’ambientalismo main stream”. (vedi https://larouchepub.com/eiw/public/unlisted/2019/eirv46n32-20190816/kvieji0939WJSRPWUFh7/4632-italian_economist_good_finance.html).