Chi segue la campagna per la nomina del candidato democratico per le elezioni presidenziali del novembre 2020 noterà che nessuno dei candidati in “pole position”, ovvero Bernie Sanders, Elizabeth Warren (foto), Joe Biden e Pete Buttigieg, ha finora convinto gli elettori. Sembrano tutti fare a gara a chi sia più “verde” e più in linea con la “politica di identità” che considerano determinante per ottenere il voto dei giovani.
Al momento oscillano tutti tra il 15 e il 20% nei sondaggi nei singoli Stati, decisamente segno di scarso entusiasmo degli elettori. In questo contesto, la strategia democratica per il 2020 sembra concentrata sull’impeachment come tema principale della campagna elettorale. Tutti i principali candidati sostengono la condanna di Donald Trump al Senato, pur sapendo che è difficile che vada in porto, dato che i repubblicani controllano la camera alta e che i due articoli di impeachment approvati dalla Camera controllata dai democratici sono molto deboli.
La vera strategia è stata presentata dal congressista Adam Schiff, presidente della Commissione sull’Intelligence alla Camera, che ha dichiarato: “Ci saranno nuove prove che emergeranno continuamente” man mano che egli e i suoi alleati amplieranno l’inchiesta. I commenti di Schiff sono giunti dopo la pubblicazione di “nuove prove” contro Trump, che giudica dovrebbero essere accettate nel procedimento in corso. Ma visto che questo va contro i precedenti, ed è improbabile che verrà accettato dalla maggioranza repubblicana, lo scopo è solo quello di continuare a screditare Trump e, se va bene, aggiungere altri capi d’accusa.
Adam Schiff non si preoccupa se le nuove prove vengano da una fonte sospetta: Lev Parnas, ex socio dell’avvocato di Trump Rudy Giuliani. Costui ha cominciato ad accusare Trump solo dopo essere stato incriminato per violazione della legge sui finanziamenti elettorali. Parnas viene considerato da molti, incluso il manager democratico dell’impeachment Val Demmings, come poco credibile; ma non fa niente, visto che l’intento è quello di provocare un putiferio su Trump usando della complicità dei media.
Finora la strategia democratica non sembra funzionare, in quanto i sondaggi non rilevano una svolta a favore dell’impeachment, nonostante settimane di audizioni pubblicizzate dai media e tre anni di articoli non-stop contro Trump. Anzi, i sondaggi mostrano Trump davanti negli Stati cruciali dell’ex cintura industriale, che determineranno l’esito del voto.
Il team legale di Trump ha confutato gli articoli di impeachment con una memoria presentata il 18 gennaio, descrivendoli come “un attacco pericoloso contro il diritto del popolo americano di scegliere liberamente il proprio Presidente”. Prendendo di mira la strategia di “impeachment senza fine” dei democratici, i legali del Presidente la descrivono come “un tentativo sfacciato e illegale di ribaltare il risultato delle elezioni del 2016 e interferire in quelle del 2020”.