I paradossi colpiscono l’intelletto. In una Francia imbronciata, la mobilitazione nazionale di Solidarité et Progrès del 14 gennaio ha suscitato curiosità e interesse, talvolta emozioni, spesso domande, ma soprattutto entusiamo.

Nello spirito di contribuire a far convergere le lotte, Solidarité et Progrès ha organizzato in tutta la Francia, assieme a un numero crescente di associazioni collaboranti a livello nazionale (RPS Fiers, UDS) e locali (UPR59, UPR33, un rappresentante di Lassalle), numerose riunioni allo scopo di far firmare una petizione sulla separazione bancaria, presentata come un’iniziativa di “moralizzazione della vita bancaria”.

La sfida è duplice: mentre si cerca di far capire la natura di tale iniziativa lanciata lo scorso luglio, si vuole suscitare nei firmatari la figura del cittadino pronto a impegnarsi maggiormente in termini politici, per esempio presentandosi ai propri rappresentanti politici eletti, in modo da popolare un crescente gruppo di cittadini capace di battere con insistenza sulla via della salvezza pubblica, tenuto conto della vera situazione economica e finanziaria.

L’effetto della palla di neve

Domenica 14 gennaio, oltre cento militanti e simpatizzanti si sono attivati nelle città di Bordeaux, Lille, Lorient, Marsiglia, Parigi, Créteil, Lomme, Poitiers , Rennes, Strasburgo, Tours, Brest, Fontainebleau, Fontenay-le-Fleury, Grenoble, Lione, Tolosa, Vincennes, Nantes, Le Mans, Nancy, St Gilles Croix de Vie, ecc.

Il quotidiano Le Parisien aveva annunciato la presenza dell’ex candidato presidenziale Jacques Cheminade nella piazza del mercato di Créteil.

I militanti hanno potuto collaudare l’ultima “arma” escogitata da Solidarité et Progrès: una successione di illustrazioni pedagogiche, stampate su fogli disposti con la colla lungo una corda tesa, che consente ai passanti di rendersi conto del grado cui è ridotta la finanza globalizzata.

Nel corso di questa giornata di mobilitazione sono state raccolte complessivamene seicento firme e circa cinquanta firmatari hanno preso l’impegno di andare a incontrare il proprio deputato nelle successive settimane, con lo scopo di presentargli la petizione per “la fine del ‘modello della banca universale'”, cioè delle banche oberate da un manifesto conflitto d’interesse (tra le funzioni di raccolta del risparmio e le azioni speculative e di borsa) e per il ritorno al buon senso, ovvero la “Glass-Steagall alla maniera francese”.

Una senatrice incontrata da un militante ha confidato: “Voi avete ragione; il peggio deve ancora venire; nulla di serio è stato fatto dal 2008 e in caso di crisi, i risparmi dei francesi saranno in grande pericolo”.

Dall’inizio della campagna di “moralizzazione della vita bancaria” sono ormai quattrocento i cittadini impegnati a parlare con i rappresentanti politici e più di un quarto di essi l’ha già fatto.

Ricontattati dai militanti di Solidarité et Progrès, questi seri cittadini repubblicani hanno confermato che è assolutamente possibile che entro il mese di giugno, alla fine della sessione dell’Assemblea Nazionale, la maggioranza dei 577 deputati della nazione francese abbia ricevuto le visite di cittadini impegnati e risoluti.

Questi progressi non sono trascurabili né senza importanza, poiché se gli eletti saranno dotati delle giuste “armi” per affrontare lo tsunami finanziario in arrivo, la loro azione potrà essere efficace, soprattutto se impiegate a titolo preventivo.

Senza cittadini attivi, la Repubblica muore

Nelle discussioni con i passanti, un gran numero di questi è rimasto sorpreso nell’apprendere che i deputati non sono personaggi inaccessibili, che al contrario, una telefonata può trasformarsi in un appuntamento in carne e ossa.

La sorpresa è anche per il fatto l’adozione della separazione bancaria per tutelare l’economia francese dal crac finanziario è oggetto di interesse dei deputati. E che, infine, un deputato non è necessariamente definito da una precisa esperienza in un certo campo, bensì dalla sua capacità di ascoltare cittadini ben informati.

Così, i cittadini che si prendono sul serio, lasciando da parte le solite ciance e il senso di impotenza, e che lavorano su un tema di tale importanza e dà l’esempio, possono rendere più serio anche un politico!

Un esempio da seguire anche nel nostro paese.