Come promesso l’anno scorso, la Russia ha ora pubblicato tutti i documenti d’archivio dell’Unione Sovietica riguardanti la Seconda Guerra Mondiale, e il Presidente Putin ha presentato la propria analisi delle cause di quell’orrore, così come le proposte di misure urgenti per evitare che l’attuale crisi sbocchi in un disastro simile. Il suo saggio, intitolato “The Real Lessons of the 75th Anniversary of World War II” (Le vere lezioni del 75esimo anniversario della seconda guerra mondiale), è stato pubblicato in inglese sulla rivista americana The National Interest, in tempo per la parata sulla Piazza Rossa che commemora l’anniversario della vittoria contro il nazi-fascismo in Europa.
Putin è stato in parte spinto a compiere questi passi dalla rinascita di movimenti apertamente fascisti in Europa, in particolare i violenti “rivoluzionari del Maidan” che rovesciarono il governo eletto dell’Ucraina nel 2014 (con il sostegno di George Soros e dell’Amministrazione di Obama), esibendo apertamente la svastica e i ritratti del complice di Hitler in Ucraina, Stepan Bandera. Insieme a questa rinascita fascista, v’è stato il tentativo di riscrivere la storia della guerra al fascismo, sostenendo che sia la Germania sia l’Unione Sovietica furono responsabili del conflitto, ignorando il Patto di Monaco del 1938 tra Chamberlain e i nazisti e dando l’impressione che gli Stati Uniti e il Regno Unito sconfissero il nazismo da soli, senza alcun riferimento al ruolo eroico e decisivo dei cittadini dell’Unione Sovietica, 27 milioni dei quali perirono sul proprio fronte orientale.
Anche se non v’è spazio per entrare nei dettagli storici, le conclusioni che Vladimir Putin trae per l’attualità sono certamente pertinenti. Egli osserva che il mondo “sta attraversando un periodo piuttosto turbolento” e che, mentre in passato “cambiamenti di tale portata non sono quasi mai avvenuti senza grandi conflitti militari”, il sistema di rapporti internazionali creato dopo la seconda guerra mondiale permette di evitare tali estremi, a patto di essere urgentemente migliorato.
Il Presidente russo aveva già chiesto qualche mese fa un vertice straordinario dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Nel suo recente saggio, egli rileva che Xi Jinping, Emmanuel Macron, Donald Trump e Boris Johnson hanno tutti “appoggiato l’iniziativa russa di tenere una riunione dei leader dei cinque Stati dotati di armi nucleari, membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Li ringraziamo per questo e speriamo che un tale incontro faccia a faccia possa avere luogo il prima possibile”.
Putin propone che i cinque leader discutano “le questioni del mantenimento della pace, del rafforzamento della sicurezza globale e regionale, del controllo strategico degli armamenti, così come degli sforzi congiunti nella lotta al terrorismo, all’estremismo e ad altre grandi sfide e minacce”. Un punto speciale all’ordine del giorno della riunione, aggiunge, dovrebbe essere “il superamento della crisi economica causata dalla pandemia di Coronavirus”.
Va notato che non è stata programmata alcuna riunione del P5. Lo Schiller Institute sostiene pienamente l’iniziativa di Vladimir Putin, a complemento della propria campagna, lanciata dopo il crollo finanziario del 2008, per un vertice d’emergenza dei leader di Russia, Cina, India e Stati Uniti (le “quattro potenze”).