Mercoledì (18 novembre 2015) riferivamo della denuncia del Presidente russo Vladimir Putin a proposito dei finanziamenti all’ISIS da parte di quaranta Paesi, alcuni dei quali nel G20.

Anche il Primo Ministro indiano Narendra Modi, intervenendo presso un incontro dei BRICS a margine del vertice del G20 in Turchia (14-16 novembre 2015) ha chiesto una “ampia strategia per porre fine ai finanziamenti, ai rifornimenti e ai canali di comunicazione dei terroristi”. Lo ‘Stato Islamico’ deve essere fatto “morire di fame” di fondi, ha sottolineato.

Il comunicato per la stampa del Cremlino riporta le parole di Putin:

“Ho fornito alcuni esempi in merito alle nostre informazioni sul finanziamento delle unità dello Stato Islamico da persone fisiche in differenti Paesi. I finanziamenti provengono da quaranta Paesi, come abbiamo appurato, compresi alcuni membri del G20… comprenderemo tutti che bisogna bloccare i mezzi che finanziano il terrorismo”.

Ha poi riferito di aver consegnato delle foto satellitari

“alle nostre controparti, che mostrano chiaramente le vere dimensioni del contrabbando di petrolio e del mercato dei suoi prodotti derivati. Convogli di camion che si estendono per dozzine di chilometri, che scompaiono all’orizzonte, se visti da quote di 4000-5000 metri”.

Riflettendo su quanto discusso a Vienna sabato 14 novembre, e sugli scambi tra il Segretario di Stato John Kerry e il Ministro russo degli Esteri Sergej Lavrov, Putin ha affermato che una parte dell’opposizione siriana

“considera possibile l’inizio di azioni militari contro lo ‘Stato Islamico’ con l’assistenza dell’aviazione militare russa, e noi siamo pronti a fornire tale assistenza”.

Se ciò accade, ha spiegato,

“L’esercito [di Assad] da una parte e l’opposizione dall’altra, combatteranno un nemico comune”.

La Russia necessita tuttavia degli Stati Uniti, dell’Arabia Saudita e dell’Iran nella lotta al terrorismo, ha aggiunto.

“Non è il momento di dibattere chi sia più efficace nella lotta contro lo ‘Stato Islamico’; ciò che occorre è consolidare i nostri sforzi”.

Ha infine parlato del lavoro in corso per stilare un elenco di organizzazioni terroristiche attive in Siria, lavoro che, stando ad alcune fonti d’intelligence americane, sarebbe stato delegato alla Giordania, il cui Re Abdullah II è vicino alla Russia ma è anche considerato uno stretto alleato degli Stati Uniti d’America.