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Sabato pomeriggio l’Auditorium del Consiglio Regionale della Toscana ha visto il tutto esaurito per il dibattito dal titolo: “La Guerra dell’Informazione – Il Mondo Occidentale tra Verità e Manipolazione”. Promotore dell’evento il Consigliere Gabriele Chiurli di Democrazia Diretta, coordinatore il Vice Presidente di MoviSol Claudio Celani. Ospiti sul palco Marcello Foa, Amministratore Delegato del Corriere del Ticino/Tlmedia e docente di Comunicazione e Giornalismo, e Raymond McGovern, ex analista della CIA ed attivista politico statunitense.

Dopo i saluti di rito del consigliere Chiurli, Foa ha iniziato a descrivere i meccanismi che regolano l’informazione: dal giornalista che ricerca le notizie alle fonti, dai metodi per verificarle ai sistemi per manipolarle. Dovrebbe far riflettere il fatto che l’80% delle notizie che circolano tra i media “mainstream” abbia la medesima fonte e che se tutte le notizie richiedono una verifica, quelle di provenienza istituzionale, nella maggior parte dei casi, no. Riguardo le dinamiche sulla pubblicazione delle notizie ha introdotto il concetto di auto censura, ovvero ha descritto il processo mentale che può indurre il giornalista, a torto o ragione, ad evitare determinati argomenti per non rischiare di incorrere in “inutili” problemi e salvaguardare il posto di lavoro.

In un libro dei primi anni 90, “Guerra senza limiti”, il terrorismo, l’uso dei media e la manipolazione dei mercati sono indicati come elementi delle moderne guerre. Basti pensare agli spin doctor, professionisti dell’informazione con la possibilità di indirizzare a proprio uso e consumo l’intero flusso di informazioni mainstream. La capacità di aprire un rubinetto per riversare la medesima informazione su tutti i canali è oggi ostacolata soltandto dalla rete, ultimo baluardo della pluralità d’informazione.

Se il problema per il “mainstream” è la quasi unicità delle fonti, discorso opposto è da applicarsi ad internet. Evidenti le difficoltà nell’appurazione della verità prescindendo da un processo analitico privo di condizionamenti esterni.

Incentrato sulla situazione americana l’intervento di McGovern. “Non esiste più la libertà di informazione negli Stati Uniti” è stata una delle prime coraggiose affermazioni di Ray, uno di quei rari personaggi che a settantacinque anni mostra ancora la volontà di opporsi ad un sistema che ricorda sempre di più quello nazista.

Giocando sulla breve memoria dell’opinione pubblica, non è essenziale non essere smentiti, ma è molto importante mentire per primi. Il picco di attenzione per una data notizia dura, in genere, soltanto pochi giorni, passati i quali la verità è destinata a finire in secondo piano. Si prenda ad esempio la seconda guerra del golfo, dichiarata sulla base di false informazioni circa la presenza di armi di distruzione di massa. Osservando questo servizio nel quale McGovern confronta Rumsfeld in conferenza stampa ad Atlanta risulta difficile credere alla buona fede.

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Simile la situazione per la Crisi ucraina, dove della telefonata tra l’Ambasciatore americano a Kiev e Victoria Nuland, vicesegretario di Stato americano, trapelò soltanto il famoso “si fotta l’Europa”; andando a rileggere l’intercettazione è sorprendente l’audacia con la quale la Nuland si permette di investire “Yats” come l’uomo giusto per l’Ucraina. Meno sorprendente che tre settimane più tardi, in seguito al colpo di stato che depose Janukovyč, Jacenjuk si trovò effettivamente ad occupare la poltrona di Primo Ministro. Date le premesse, è comprensibile che il 69% degli americani ritenga Putin responsabile per la Crisi ucraina e l'”invasione” della Crimea. Ottimo esempio di un’operazione di manipolazione mediatica riuscita.

A conclusione dell’intervento di McGovern il suo appello affinché “come noi americani vi liberammo dal nazismo al termine della seconda guerra mondiale, oggi tocca a voi europei ricambiare il favore”.

Riprendendo l’attuale crisi nei rapporti tra Stati Uniti e Russia, Claudio Celani ha presentato al pubblico la petizione dello Schiller Institute, promossa in Italia da MoviSol, che chiede a Stati Uniti ed Unione Europea di respingere la geopolitica che porta alla guerra e collaborare con i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Diverse le firme raccolte tra i presenti, che si vanno ad aggiungere a quelle di un lungo elenco di personalità provenienti da tutte le parti del mondo (elenco firmatari petizione).

La quantità di domande provenienti dal pubblico al termine della conferenza ha confermato l’interesse sollevato dagli argomenti affrontati, evidenziando una crescente consapevolezza circa le dinamiche che muovono i recenti avvenimenti. Parlando dell’influenza dei colossi finanziari sui media è stato toccato anche un altro tema molto caro a MoviSol, quello sulla separazione bancaria; la riforma, indispensabile per rivitalizzare l’indotto produttivo permettendo così alle imprese di accedere al credito, è attualmente paralizzata in Parlamento dove ben sei disegni di legge sono in attesa di discussione.