A un convegno presso l’Ambasciata della Russia a Washington dal titolo “BRICS 2.0 – Una Metamorfosi della Globalizzazione”, sotto l’egida di Russia Direct, un mensile di notizie russe, alcuni intellettuali favorevoli ai BRICS hanno contraddetto le dicerie relative ad un’imminente rottura tra i paesi che appartengono al gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Anche se alcuni interventi sono risultati interessanti, la stragrande maggioranza delle presentazioni verteva su alcuni dettagli del programma dei BRICS, senza toccare il nocciolo della questione.

La presentazione di Aleksej Mozhin, direttore esecutivo per l’FMI in Russia, ha fatto notare che la creazione dei BRICS fu l’esito delle discussioni al vertice di Pittsburgh dei G20, nel 2009.

“Non è un caso che essa si ebbe nel mezzo della crisi finanziaria globale”, caratterizzata da “una perdita di fiducia negli istituti finanziari e nel consiglio degli ‘esperti di finanza’”. Il sistema, ha detto, risale all’agosto 1971, alla decisione di Nixon di abbandonare il riferimento all’oro e di lasciar fluttuare i cambi tra le valute. “Nessuno è contento del sistema internazionale”, Mozhin ha dichiarato. “La distribuzione del potere di voto nel FMI è assurda”.

Quando il dibattito è stato aperto alle domande dal pubblico, il primo a prendere la parola è stato Bill Jones dell’EIR. Dopo aver lodato la sua presentazione, Jones ha proseguito:

“La crisi che ha descritto è ancora in corso e sta peggiorando. Una banca “too-big-to-fail” potrebbe oggi portare a una crisi sistemica senza precedenti. Il debito totale, inclusi i derivati e altri strumenti esotici, è stimato intorno ai 2 milioni di miliardi. Non può essere ripagato, per quanta austerità venga imposta alla popolazione mondiale. L’istituzione dei BRICS e della BAII, e della Cintura Economica della Nuova Via della Seta, rappresenta una nuova traiettoria, differente dalla follia di un sistema finanziario speculativo in bancarotta, e che conduce invece ad un sistema fondato sul credito alle infrastrutture. Mentre l’Europa e gli Stati Uniti ancora credono di essere i detentori di valore in questo sistema fallito, la realtà del collasso economico li costringerà a rivedere il proprio giudizio. Chiunque osservi il collasso delle infrastrutture americane capirà […] Questa traiettoria dei BRICS, della BAII, della Via della Seta, è l’unica traiettoria possibile per l’umanità odierna, poiché continuare sull’altra ci porterebbe alla devastazione totale”.

Molti relatori hanno mostrato di condividere l’idea.

Mozhin ha risposto:

“Sono d’accordo con Lei su tutto quel che ha detto. C’è un debito enorme sulle nostre teste. Il Giappone è in cima all’elenco. Questo debito include quello pubblico e quello privato. La situazione è davvero fragile e la prossima crisi finanziaria ci troverà impreparati. Il tentativo di mantenere a zero i tassi di sconto significa che non si avranno gli strumenti adoperati durante l’ultima crisi e ha già creato molte distorsioni. Il 96% del reddito sta andando all’1% della popolazione. Infine c’è un livello altissimo di indebitamento pubblico”.

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