La fiera agricola internazionale di quest’anno a Berlino, nota come la “settimana verde”, ha visto le più grandi proteste degli agricoltori tedeschi da anni. Nel giorno di apertura della fiera il 17 gennaio hanno sfilato nella capitale tedesca cinquemila trattori provenienti da tutta la Germania. Anche nelle altre città tedesche vi sono state manifestazioni simili, che hanno mobilitato decine di migliaia di agricoltori. Le proteste con i trattori, che recavano cartelli come “niente agricoltori, niente cibo, niente futuro” e “noi lavoriamo per il vostro cibo” sono proseguite per tutti i dieci giorni della fiera.
Gli agricoltori hanno molto di cui protestare. Le nuove disposizioni della Commissione Europea per tutelare il clima, la natura e la fauna in realtà distruggeranno la vita e il funzionamento delle aziende agricole familiari. Tra le misure più scandalose si trova la riduzione del 20% dell’uso di fertilizzanti e il divieto totale dei nitrati, il divieto di rotazione delle colture e dell’uso di insetticidi e pesticidi. Inoltre, gli agricoltori vengono esortati a diventare “produttori di energia” trasformando i propri terreni arabili in parchi eolici!
I manifestanti sono furiosi perché i produttori di latte operano già con grosse perdite e vengono pagati solo 20 centesimo al litro, mentre sarebbero necessari 40 centesimi per avere un guadagno.
Oltre ad attaccare la Commissione Europea, gli agricoltori ce l’hanno anche con il governo e in particolare con il Ministro dell’Agricoltura Julia Klöckner, che finge di sostenere la loro causa ma agisce in qualità di cinghia di trasmissione per la politica “verde” della Commissione Europea. La Klöckner ha proposto di organizzare tavoli regionali in cui gli agricoltori possano dialogare con gli ambientalisti, sostenendo che “non v’è alternativa alla tutela del clima e gli agricoltori devono accettarlo” – presumibilmente, anche se questo significa distruggere il comparto agricolo e la produzione di cibo, o metterlo nelle mani delle multinazionali.
Gli agricoltori chiedono investimenti economici reali nelle campagne, invece di pompare altri soldi dei contribuenti nell’eolico. E poiché non si sentono rappresentati dalle associazioni di categoria, gli agricoltori hanno creato canali di comunicazione propri, usando i social media come facebook.com e whatsapp per organizzare azioni a sorpresa. Col loro movimento di protesta, che si chiama “Landschafft Verbindung” (Collegamento con la campagna), un centinaio di trattori si riuniscono per brevi blocchi stradali e poi se ne vanno o tornano la sera per un’altra manifestazione. Gli agricoltori cominciano anche a presentarsi alle manifestazioni pubbliche con i principali politici per prendere in mano la discussione e fare sentire le proprie ragioni.