Sul podio del secondo convegno sulla Nuova Via della Seta organizzato da Xinhua e Class Editori nell’ex Borsa Italiana di Milano, il sottosegretario Geraci ha risposto a numerose critiche alla recente firma del Memorandum d’Intesa (MoU) con la Cina.

Essenzialmente, ha detto, chi vuole allarmare a proposito degli investimenti cinesi nei porti italiani dimentica o omette che questi investimenti si sono avuti in molti porti del Mediterraneo, e non solo.

Non ha senso dire, inoltre, che il rischio è che i porti siano venduti. I porti, al massimo, si danno in concessione.

Anche dal punto di vista della sicurezza nazionale, il MoU non rappresenta una minaccia, in quanto non potrebbe dominare su altri quadri normativi italiani o europei. Il MoU è un “accordo quadro, non legale”. Anche se vi fosse stato scritto “vendiamo i porti”, per esempio, non potremmo farlo. D’altra parte, le critiche espresse al MoU hanno alzato il livello di allerta del governo, a garanzia della sicurezza che tanto sembra preoccupare, anche se non allo stesso modo tutti i Paesi dell’Europa, anche quelli con maggiori rapporti commerciali con Pechino. Che dire, infatti, di controlli sul solo 1% delle merci in arrivo in uno dei massimi porti nordeuropei? L’Italia potrebbe fare di meglio.

Geraci ha anche cercato di indicare tante vie per perseguire le finalità pacifiche della Nuova Via della Seta, ricordando che molte critiche ai rapporti sino-italiani provengono da Paesi europei che prima dell’Italia entrarono nella Banca Asiatica per gli Investimenti Infrastrutturali o firmarono proprî MoU.

Tra le vie, importantissima è l’iniziativa per la quale Trump si è recato nella zona demilitarizzata al confine tra le due Coree, un “evento storico” e di scala asiatica, che avrebbe dovuto occupare le pagine dei giornali per più giorni.

In una intervista a Il Sole 24 Ore Radiocor Plus, il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, che è al lavoro per preparare una missione in Russia, ha aggiunto: “Sto cercando di realizzare una missione imprenditoriale in Russia per esplorare nuove opportunità. L’intenzione è di portare avanti i rapporti”, sottolineando che la visita di stato del presidente russo, Vladimir Putin, di giovedì 4 è avvenuta in un clima di grande cordialità. Il sottosegretario ha comunque sottolineato che l’Italia rispetta il framework di sanzioni internazionali nei confronti della Russia. “Ad ogni modo, l’export verso la Russia delle aziende italiane si è ripreso a piccoli passi. E va ricordato che gli investimenti delle aziende italiane in Russia generano circa 60mila posti di lavoro, una cifra non trascurabile”. Geraci ha anche detto che l’Italia è stata invitata alla conferenza economica a Vladivostock.