In una telefonata al Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, il Segretario di Stato americano John Kerry ha affermato che l’attività militare della Russia a sostegno del governo di Assad e contro l’ISIS potrebbe portare a uno “scontro”.

Stando al Dipartimento di Stato:

“Il segretario ha chiarito che se tali resoconti si rivelassero accurati, le azioni intraprese potrebbero aggravare il conflitto, condurre a ulteriori perdite di vite innocenti, accrescere i flussi migratori e arrischiare uno scontro con la coalizione anti-ISIL operativa in Siria”.

Il Telegraph di Londra nota il fatto che il Presidente Obama abbia incontrato il re Salman dell’Arabia Saudita il 3 settembre a Washington e che il discorso principale sia stato sulla situazione della Siria. Le due pedine dell’Impero britannico si sono incontrate, dice il Telegraph,

“per ribadire la loro richiesta che qualunque soluzione in Siria destinata a durare dovrebbe implicare la fine del regime di Assad. Ciò pone implacabilmente gli Stati Uniti e la Russia in opposizione di vedute sulla Siria”.

L’agenzia Reuters nota che si assiste a “una separazione di vedute apparentemente insanabile a livello internazione sul futuro del Presidente Baššār al-Assad” e cita un anonimo diplomatico russo in pensione, che dice:

“Le proposte delle nostre controparti per cambiare il regime a Damasco sono illegittime. Esse dicono soltanto che Assad deve andarsene – e dopo che cosa accadrebbe? Non penso che ne abbiano idea. In Iraq non c’erano terroristi; la stessa cosa vale per la Libia. Ora lo stato libico è crollato a pezzi e imperversano i terroristi”.