Lo sviluppo strategico più importante della scorsa settimana è stato sicuramente la visita di tre giorni in Cina (dall’8 al 10 gennaio) del Presidente francese Emmanuel Macron. Nel corso della visita, Macron ha compiuto un’autocritica verso le politiche sbagliate del passato e ha lodato l’Iniziativa Belt and Road della Cina, annunciando che la Francia si impegna a cooperare nei progetti previsti e che si adopererà per far aderire all’iniziativa tutta l’Europa.

Nel suo discorso a Xi’an, punto di partenza storico dell’antica Via della Seta (foto), dove ha scelto di iniziare la sua visita, Macron ha riconosciuto i gravi errori commessi dall’Occidente. Ha chiesto il superamento dell'”imperialismo unilaterale” della Francia e dell’Occidente in Africa, e ha sottolineato il fallimento della politica del “cambio di regime”, citando come esempi l’Iraq e la Libia.

Sulla cooperazione con l’Iniziativa Belt and Road, Macron ha dichiarato: “Sta all’Europa e all’Asia, alla Francia e alla Cina, identificare e proporre insieme le regole del gioco in cui tutti noi vinceremo o perderemo. Sono qui per parlare alla Cina della mia determinazione di portare la partnership euro-cinese nel XXI secolo, in modo che diventi parte di questo nuovo linguaggio che dobbiamo definire insieme. L’Europa dovrà impegnarsi risolutamente in questa nuova strategia, perché è cosciente del suo ruolo e del posto che occupa nel secolo appena iniziato”.

Anche se è legittimo mettere in dubbio la pretesa di Macron di parlare a nome dell’Europa, il Presidente Xi Jinping e gli altri leader cinesi hanno apprezzato le parole del Presidente francese, notando che Francia e Cina sono entrambe membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e hanno una responsabilità speciale nel promuovere la pace e la crescita.

Dato che i media hanno riportato ben poco del discorso di Macron a Xi’an, abbiamo scelto alcuni stralci e un quadro del progetti concreti discussi.

Tuttavia, c’è un grave problema. I leader francesi ed europei chiedono una maggiore “integrazione” dell’UE, in stile sovrannazionale, inclusa l’unione bancaria, l’unione dei mercati di capitale, un unico ministro delle Finanze e lo scambio e controllo dei dati. Con gli attuali trattati i grandi progetti infrastrutturali sono proibiti per via del fatto che il pareggio di bilancio resta un’ossessione, mentre la BCE continua a immettere liquidità in un sistema bancario in bancarotta.

Quindi, se Macron e gli altri leader europei vogliono veramente aderire all’Iniziativa Belt and Road, dovranno affrontare la necessità di superare le attuali strutture dell’EU e ripristinare un sistema di cooperazione tra stati sovrani a partire della moneta e dal credito, liberi di adottare la separazione bancaria e creare una banca nazionale che elargisca crediti per gli investimenti nelle infrastrutture, nell’industria e nelle nuove tecnologie.

Nel suo discorso al Palazzo Daming a Xi’an l’8 gennaio, il Presidente francese Macron si è presentato come un potenziale partner in Europa del nuovo paradigma noto come lo “spirito della Nuova Via della Seta”, ovvero la cooperazione vincente per tutti (win-win). Egli ha sottolineato che la Cina “è riuscita a liberare 700 milioni di persone dalla povertà negli ultimi decenni” e che la Francia si trova di fronte a una simile sfida per superare le disuguaglianze. “Affrontiamo la disoccupazione di massa, il bisogno imperativo di dare prospettive per il futuro a un’intera parte della nostra popolazione, ma anche la sfida per il mondo costituita dalla crisi del capitalismo globalizzato, che ha aumentato considerevolmente le disuguaglianze sociali e la concentrazione delle ricchezze negli ultimi decenni”.

In termini strategici, Macron ha dichiarato che l’Occidente deve superare l'”imperialismo unilaterale” esercitato dalla Francia e da altre potenze europee in Africa e altrove, aggiungendo: “dobbiamo apprendere le lezioni del passato. Ogni volta che abbiamo cercato di imporre la ‘verità’ o la ‘legge’ contro i popoli stessi, abbiamo sbagliato, e talvolta abbiamo prodotto una situazione ancora peggiore. Come in Iraq, o la Libia di oggi”. Deve essere rispettata la sovranità dei popoli, ha aggiunto.

Quanto al paradigma geopolitico che domina il pensiero occidentale, ha detto: “Non dovrebbe esserci nè una supremazia camuffata, nè un conflitto tra supremazie che competono. La nostra arte, se mi si consente l’espressione, non dovrà essere l’arte della guerra, ma un’arte di cooperazione equilibrata che assicuri l’armonia geostrategica, politica ed economica di cui il mondo ha bisogno”.

Macron ha riconosciuto che “la Cina ha investito molto [in Africa] negli ultimi anni, in infrastrutture, materie prime, con una copertura finanziaria che i Paesi europei non hanno”. Ha auspicato la cooperazione franco-cinese in Africa per “realizzare progetti che sono utili per la crescita nel continente, finanziariamente sostenibili, perché il futuro è lì, perché non dobbiamo ripetere gli errori del passato creando una dipendenza politica e finanziaria col pretesto dello sviluppo… la Francia ha esperienza di imperialismo unilaterale in Africa che talvolta ha condotto alle cose peggiori, e oggi, con la Nuova Via della Seta, e con la partnership tra Francia e Cina, ritengo che potremo evitare di ripetere gli stessi errori”.

Macron ha sottolineato che le vie della seta non sono mai state solo cinesi, ma condivise tra Europa e Asia, e sarà così anche oggi. Dimostrano a tutti coloro “che pensano che viviamo in un mondo stanco e post-moderno” in cui sono implicitamente proibiti i grandi sogni, che possiamo ancora avere grandi visioni.

Dal sito di Solidarité & Progrès

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