I dettagli che emergono sulle origini del dossier di “notizie false” sui presunti legami tra il Presidente eletto Trump e la Russia indica chiaramente che l’intera operazione è stata condotta dai servizi segreti britannici (nella foto, la loro sede a Londra). A quanto emerge da numerosi resoconti della stampa, è chiaro che le accuse di interferenze russe nelle elezioni presidenziali per favorire Trump siano state escogitate in Gran Bretagna, mandate all’FBI e ai sostenitori di Hillary Clinton, e promosse sui media americani dai servizi britannici. Insomma, la potenza straniera che interferisce e corrompe la politica americana è la Gran Bretagna. Questo è il vero scandalo.

Il dossier di “notizie false” fatto trapelare alla stampa la scorsa settimana era stato compilato durante le primarie democratiche e repubblicani su iniziativa di un facoltoso finanziatore del Partito Repubblicano che si opponeva a Trump. La BBC riferisce che questa persona sosteneva Jeb Bush, anche se non è confermato. Il finanziatore ha assunto un centro studi dell’opposizione a Washington col nome di “Fusion GPS,” fondato e presieduto da Glenn Simpson, ex reporter del Wall Street Journal. Fusion GPS era stato assunto da uomini di Obama per condurre una ricerca sull’opposizione contro Mitt Romney nel 2012, e poi da Planned Parenthood nel 2015. Simpson ha forti legami con i neoconservatori. E’ un Senior Fellow dell’International Assessment and Strategy Center (IASC), in cui si è specializzato in corruzione e reati transnazionali. Stando al sito dell’IASC, Simpson ha scritto molto sulla corruzione in Russia. Stando al New York Times, Simpson è fortemente anti-Putin.

Quando Trump ha vinto le primarie repubblicane, i finanziamenti per il progetto si sono interrotti temporaneamente. A quel punto, Fusion GPS è stato assunto dai sostenitori di Hillary Clinton per proseguire la sua ricerca sull’opposizione contro Trump. Nel giugno 2016, il DNC (la direzione democratica) ha annunciato di aver subito attacchi hacker dando la colpa alla Russia. La fonte di questa accusa sulle presunte interferenze russe nel DNC erano anche in questo caso i servizi segreti britannici. Stando al Guardian dell’agosto 2015, i servizi britannici contattarono l’FBI per dirgli che il DNC aveva subito attacchi di hacker. L’FBI a sua volta contattò il DNC, che non gli credette. Fu solo nel maggio-giugno 2016, quando Trump era ormai candidato repubblicano, e dopo che i sostenitori di Hillary Clinton avevano assunto Fusion GPS, che il DNC annunciò di aver subìto attacchi hacker, e che si presumeva che fossero stati i russi.

A quel punto Fusion GPS ha assunto Christopher Steele, un ex agente del servizio britannico MI6, per lavorare sul dossier. Steele aveva lavorato sotto mentite spoglie a Mosca e Parigi per l’MI6, tra l’altro sulla corruzione della FIFA, che condusse all’incriminazione di funzionari della FIFA, sempre in funzione anti russa. Per conto di Fusion GPS, Steele assunse contatti in Russia per raccogliere informazione per Fusion GPS dai suoi ex informatori dell’MI6. Durante l’estate e autunno del 2016, Steele scrisse memorandum per Fusion GPS che includono il famoso dossier di 35 pagine di “notizie false” trapelato alla stampa la scorsa settimana.

Stando al New York Times, i memorandum sono stati dati all’FBI da Steele tramite un agente dell’FBI a Roma, che Steele conosceva dai tempi dell’MI6. In dicembre hanno fatto avere il dossier al Sen. John McCain, che l’ha passato personalmente al direttore dell’FBI James Comey. Il dossier era così palesemente falso che non è stato pubblicizzato dai media fino a quando il direttore della CIA Brennan non l’ha elevato da gossip a “notizia” includendolo nel rapporto a Obama e Trump sull’influsso russo sulle elezioni americane. Una volta ottenuto l’imprimatur di “intelligence” in questo modo, è stato divulgato dalla CNN e pubblicato tutto da “BuzzFeed.”