L’Iniziativa Belt and Road (BRI, o Nuova Via della Seta) ha fatto progressi nelle ultime due settimane con i viaggi del Premier cinese Li Keqiang in Europa, che hanno fatto séguito al viaggio del Presidente Xi Jinping in Italia, Francia e Monaco una settimana fa. In quell’occasione, come abbiamo riferito, il governo italiano firmò un Memorandum d’Intesa sulla cooperazione con la BRI nonostante le forti pressioni da parte dell’Unione Europea a non farlo.

Quando l’Italia ha rotto i ranghi con Bruxelles, anche gli altri Paesi europei hanno adottato verso la Cina un atteggiamento diverso. Per esempio anche il Lussemburgo, il paradiso fiscale di Jean-Claude Juncker, ha firmato un Memorandum d’Intesa sulla Belt and Road.

Il vertice Cina-UE dell’8 aprile ha prodotto una dichiarazione congiunta che non ha riservato sorprese. Su ventiquattro punti che toccano tutti i temi cari a Bruxelles, dall'”ordine basato sulle regole” al Mar Cinese Meridionale, solo uno tocca di sfuggita la BRI. Il vero vertice si è tenuto successivamente, in Croazia, dove Li ha partecipato all’incontro del gruppo 16+1 (i sedici Paesi dell’Europa Centrale e Orientale più la Cina), che per l’occasione è diventato 17+1 grazie all’adesione della Grecia.

Al vertice è stata consolidata la cooperazione tra i Paesi membri, molti dei quali hanno aderito alla BRI. La Cina ha stretti legami coi Paesi dell’Europa orientale, sviluppati durante la guerra fredda, quando molti di loro appartenevano al Patto di Varsavia.

In Croazia, la Cina si è aggiudicata l’appalto per costruire un’importante infrastruttura, il ponte di Peljesac che collegherà la terra ferma croata con la penisola su cui si trova Dubrovnik, consentendo ai croati di evitare la striscia di terra che passa per la Bosnia-Erzegovina per arrivare al sito croato sull’Adriatico che è patrimonio dell’umanità.

In Asia, la Malesia ha firmato un accordo con la Cina per costruire la ferrovia finora contestata tra Kuala Lumpur e la Tailandia. Il Premier malese Mahatir era preoccupato dei costi di questa costruzione e stava considerando di annullare il progetto che era stato approvato dal suo predecessore, il che ha portato i critici a parlare di “trappola del debito” con la Belt and Road. Le due parti sono giunte a un accordo che ridurrà i costi; quindi il progetto procede.

Il fronte più importante, tuttavia, resta lo sviluppo dei rapporti tra Stati Uniti e Cina, in particolare sulla questione del commercio. Il 13 aprile il Ministro del Tesoro americano Steven Mnuchin ha indicato che i due Paesi stanno arrivando alla fase finale dei negoziati commerciali, prima di procedere in quello che ha definito il più grosso cambiamento nei rapporti economici tra i due Paesi da quarant’anni. Anche il Presidente Trump ha espresso ottimismo negli ultimi giorni.

A pochi giorni dal secondo Forum sull’Iniziativa Belt and Road che si terrà il 25 aprile, la Cina può ben dirsi soddisfatta dei risultati di questa iniziativa. Rappresentanti di oltre cento Paesi e quaranta capi di stato e di governo parteciperanno al Forum di quest’anno, superando le adesioni al pur riuscito primo Forum sulla Belt and Road che si tenne nel maggio 2017.