Oltre all’acuto pericolo di guerra, alimentato dalla politica di scontro con Russia e Cina adottata da quello che LaRouche chiama il nuovo Impero britannico, c’è il rischio concreto di un’esplosione dell’intero sistema finanziario transatlantico.

La miccia potrebbe essere innescata dalla crisi greca. Se il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea e la Commissione Europea si atterranno alla linea intransigente, la Grecia sarà verosimilmente costretta a un default sui pagamenti al FMI, il primo dei quali scade il 5 giugno. Questo, come ha spiegato LaRouche, scatenerà con grande probabilità una reazione a catena che coinvolgerà il sistema bancario europeo e le principali banche di Wall Street.

Mentre i ministri delle Finanze UE, guidati da Wolfgang Schäuble, continuano a sminuire il pericolo, il ministro del Tesoro americano Jack Lew lo ha riconosciuto apertamente. Ad una conferenza della London School of Economics il 27 maggio, in viaggio verso il vertice dei ministri delle Finanze del G7 in Germania, Lew ha detto che cerca di essere ottimistico su un accordo con la Grecia, ma ha ammonito che la situazione va risolta in fretta.

Il messaggio di panico è arrivato chiaramente, nonostante il linguaggio da banchieri: “La politica del rischio calcolato è pericolosa quando basta un solo incidente. Dobbiamo tutti raddoppiare gli sforzi, considerare la prossima scadenza come l’ultima scadenza e risolvere la questione. Il rischio di andare da una scadenza all’altra aumenta il rischio di un incidente”.

Questo non significa però che Lew o l’amministrazione Obama abbiano una soluzione da proporre. Infatti anche Lew ha chiesto che il governo greco si inventi altre “credibili riforme economiche”.

Si profila quindi il crollo dell’Eurosistema. Ci sono circa 26.000 miliardi di dollari di scommesse valutarie, derivati direttamente legati al valore dell’Euro, stando alla Banca per i Regolamenti Internazionali, che, in caso di crollo della moneta unica, produrrebbero ingenti perdite nel sistema, e una crisi come quella del 2008. In totale, la bolla mondiale dei derivati ammonta ufficialmente a 700.000 miliardi di dollari.

In aggiunta, ci sono altri 4.000 miliardi di dollari in derivati non valutari legati alla Grecia, come riferisce nei dettagli Investmentwatchblog.com.

Il governo greco, al contempo, si rifiuta di imporre altra austerità alla popolazione, e sta considerando di entrare a far parte della dinamica dei BRICS.

L’unico approccio competente è quello di cancellare la parte illegittima del debito greco, nel contesto di una conferenza europea sul debito simile a quella che si tenne per la Germania nel 1953.

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