Il 19 gennaio il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ha annunciato che l’Iran è stato ufficialmente invitato a partecipare alla seduta di apertura della Conferenza di Ginevra II sulla Siria. Poche ore dopo il Consiglio Nazionale Siriano, l’organizzazione che raggruppa numerose formazioni ribelli, che aveva formalmente votato e deciso di partecipare, ha annunciato la non partecipazione a seguito dell’invito all’Iran.

Meno di ventiquattr’ore dopo, sotto forti pressioni da Arabia Saudita, Londra e Washington, Ban Ki-Moon ha ritirato l’invito a Teheran, benché sia universalmente riconosciuto che l’Iran debba far parte degli accordi.

L’inclusione dell’Iran è il risultato di intensa attività diplomatica svolta da Russia, Siria e Stati Uniti, che ha visto il segretario di Stato John Kerry lavorare a stretto contatto con il collega russo Sergei Lavrov. Il Vaticano e Papa Francesco personalmente si sono attivati nello sforzo di pace.

Ora bisognerà vedere che succede a Ginevra.

Questi sviluppi dimostrano che la situazione strategica rimane estremamente tesa, poiché l’oligarchia finanziaria è disperatamente decisa a salvare il morente sistema transatlantico.

Nell’Asia sud-occidentale, gruppi terroristici continuano a destabilizzare l’intera regione che va dal Pakistan e l’Afghanistan a parti dell’Asia centrale, al Medio Oriente e all’Africa centrale e settentrionale. Questi gruppi sono lautamente finanziati con i proventi della droga e dall’Arabia Saudita. Secondo l’intelligence russa FSB, ci sono le prove della mano saudita dietro gli attacchi terroristici di Volgograd.

Altrettanto pericoloso è il teatro del Pacifico, sia a causa della strategia americana di accerchiamento della Cina (con la dottrina della Battaglia Aeronavale) che a causa del crescente conflitto tra Giappone e Cina. Qui, una provocazione o un’escalation accidentale potrebbe condurre ad una catastrofe. La situazione in Nord Corea è più ingarbugliata che mai ed è considerata da qualche analista la più pericolosa di tutte.

La demonizzazione del Presidente russo Vladimir Putin e dei leader cinesi fa parte di questo scenario pre-bellico. Invece che riconoscere che Putin ha contribuito più di altri a impedire che la crisi siriana diventasse il grilletto per la terza guerra mondiale, molti media presentano i terroristi di Volgograd addirittura sotto una luce di simpatia, apparentemente immemori del fatto che le stesse reti minacciano l’occidente.

Ciò di cui c’è urgente bisogno è una ferma cooperazione internazionale per neutralizzare tutti quei gruppi e sventare le provocazioni che conducono alla guerra.