di Carlos Valdivieso
Oltre che della Banca per lo Sviluppo dei BRICS, esistente anche in Sud America, in particolare i Paesi della sfera progressista si dotano di un proprio istituto finanziario per lo sviluppo economico.
Il ministro degli Esteri dell’Ecuador, Ricardo Patiño, ed il presidente boliviano, Evo Morales, si sono riuniti il 26 febbraio nella città di Cochabamba (Bolivia) per coordinare la data di inaugurazione delle operazioni dell’istituto di credito sudamericano.
Dopo l’incontro, Patiño ha dichiarato alla stampa locale “che la banca inizierà ad operare quest’anno nella sede che sarà a Caracas… Siamo praticamente pronti; dopo 7 anni di trattative tutto è risolto per partire con la Banca del Sud; dobbiamo solo cercare una data opportuna, nelle prossime settimane, per indire un meeting tra i presidenti”.
Il ministro ha sottolineato l’importanza di questa nuova entità finanziaria in quanto sarà una “banca per lo sviluppo regionale” che emetterà crediti esclusivamente per promuovere l’integrazione fra le nazioni… “ad esempio, i collegamenti fra gli Stati, creare imprese congiunte e dare impulso allo sviluppo economico e sociale della regione.
Inizierà le sue operazioni con un capitale iniziale di circa 8.000 milioni di dollari ma a pieno regime si prevede che lavorerà con una media di 20.000 milioni di dollari.”
La Banca del Sud (Bancosur), creata nell’aprile del 2012, fu ideata circa dieci anni prima per finanziare in Sudamerica progetti infrastrutturali e produttivi a livello regionale.
I paesi ad oggi integrati della banca sono Argentina, Brasile, Bolivia, Ecuador, Paraguay, Uruguay e Venezuela, ma l’idea è che sia uno strumento di credito per tutto il Sud America.
Si è parlato anche della creazione di un “Osservatorio del Sud”, entità che permetterà seguire le operazioni delle imprese transnazionali nell’emisfero.
Il nuovo ente potrebbe includere anche alcuni paesi d’Africa.
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