Appena quattro settimane dopo lo storico incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un del 12 giugno, il Presidente americano sta per provocare altri mal di pancia nell’establishment transatlantico incontrando Vladimir Putin. Il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton si recherà a Mosca il 27 giugno per alcuni colloqui preliminari e, nelle parole del segretario di Stato Mike Pompeo, “e dopo quell’incontro è probabile che il Presidente Trump incontri la sua controparte in un non lontano futuro”.

Secondo alcune fonti, tra cui l’austriaco Kronen Zeitung, le autorità austriache sarebbero pronte ad accogliere i due leader il 15 luglio a Vienna, benché né il Cremlino né la Casa Bianca abbiano confermato. Nel frattempo una delegazione parlamentare americana, comprendente i senatori repubblicani Richard Shelby, John Neely Kenendy e John Hoeven, è attesa a Mosca all’inizio di luglio.

Se avrà luogo, il vertice spezzerà l’ostracismo che l’Occidente ha scioccamente imposto sulla Russia negli ultimi anni e cambierà le regole del gioco. Nel frattempo Mosca ha considerevolmente sviluppato le relazioni in Eurasia e, in particolare, con la Cina nel quadro della Belt and Road Initiative.

Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha compiuto una visita di tre giorni a Mosca dal 21 al 23 giugno, nel corso della quale ha tessuto la tela di un’alleanza tripartita tra la Russia e le due Coree. Oltre alle discussioni con le controparti russe, Moon è diventato il primo capo di stato sudcoreano a pronunciare un discorso davanti al Parlamento russo, la Duma. Moon ha proposto di costruire “nove ponti” con la Russia: nei settori del gas, delle ferrovie, dell’elettricità, della cantieristica, nell’occupazione, con la Rotta del Mare del Nord, nei porti, in agricoltura e nella pesca.

Negli stessi giorni, Kim ha compiuto la sua terza visita in Cina in pochi mesi, a testimonianza del ruolo chiave svolto dal Presidente cinese Xi nell’organizzare la distensione tra Corea del Nord e Stati Uniti e nelle garanzie di sicurezza richieste da Pyongyang. Nel corso della visita, Kim Jong-un ha visitato l’Accademia Cinese delle Scienze Agrarie a Pechino, riflettendo il proprio interesse a conoscere i progressi fatti dalla Cina con la politica di riforme e apertura, e nella lotta alla povertà.

Il 14 giugno la Cina ha istituito l’Istituto di Ricerca Scientifico “One Belt One Road” a Shenyang, la città cinese di grandi dimensioni più vicina al confine con la Corea del Nord, che faciliterà l’estensione della Nuova Via della Seta nell’Asia Orientale.

Anche il Giappone è parte della dinamica di sviluppo. Infatti, il governo ha rivisto il programma di “esportazione di infrastrutture” per includere la cooperazione con la Cina nel promuovere progetti infrastrutturali in Paesi terzi nel contesto della Belt and Road.

Infine, il Presidente Moon cerca di aumentare la cooperazione con la Banca Asiatica per gli Investimenti Infrastrutturali, che offre mezzi finanziari preferiti a quelli della Banca Mondiale, spesso legati alle condizioni imposte da Washington e Londra.