La JP Morgan, di cui si ricorderà il rapporto sulle costituzioni europee “obsolete” e di cui si parla come possibile causa dell’attuale paralisi del mercato interbancario, ha pubblicato una proposta poco modesta, nella forma di una nota ai clienti, nella quale sollecita la Federal Reserve a sollevare completamente le banche dagli obblighi di riserva e a istituire uno sportello permanente di liquidità quotidiana. Ciò permetterebbe alle megabanche di usare tutte le riserve a disposizione per l’attività speculativa delle divisioni trading, intermediazione, investimenti, hedge fund, ecc. Queste potrebbero continuare a tutto gas a investire nei 16 mila miliardi di bolla del debito societario e nel resto della “bolla omnibus”, rimorchiando la Fed in una corsa selvaggia sulla strada a senso unico dei derivati, fino al crollo.
La crisi di liquidità intanto continua: la Fed ha fornito 72 miliardi di dollari in prestiti “overnight” giovedì 31 e 103,4 miliardi con scadenza a uno e trenta giorni venerdì primo novembre. Parlando quel giorno a New York, il Vicepresidente della Fed Richard Clarida ha istruito il moderatore di “non accogliere assolutamente alcuna domanda” da un pubblico irrequieto alla ricerca di chiarezza sul mercato repo. Avvicinato dall’EIR, Clarida ha sostenuto che la Fed avrebbe “pubblicato tutto riguardo a questa politica”, il che ovviamente non è vero.
La Fed è una “banca di riserva” che avrebbe il compito di assicurare e/o fornire riserve sufficienti alle banche che fungono da operatori principali (i cosiddetti primary dealer), comprese le “riserve in eccesso”, in modo che esse potessero girarle al resto del sistema finanziario in una crisi. Nel regime post Glass-Steagall (separazione bancaria) della speculazione incontrollata, che ha portato alla crisi del 2007-2008, ciò ha costretto la Fed a gonfiare il proprio bilancio fino a 4,5 mila miliardi di dollari, scatenando il caos alla sua riduzione a “soli” 3,75 mila come deciso alla fine della scorsa estate.
Ora la JP Morgan propone che la Fed crei uno “sportello permanente di accordi repo” come fonte di liquidità quotidiana per tutte le banche del sistema. Bloomberg l’ha messa così: “Ciò libererebbe liquidità attualmente trattenuta dalle banche per soddisfare i requisiti di legge”, laddove per banche si intende quelle “too big to fail” di Wall Street.
Non ha sorpreso dunque l’annuncio del Presidente della Fed Jerome Powell, fatto alla conferenza stampa del 30 ottobre, che la banca centrale statunitense starebbe considerando di creare in anticipo una rete di salvataggio per il crac del sistema in arrivo.