La risoluzione in corso dell’annosa crisi coreana offre un modello positivo per le relazioni internazionali. Per quanto intricata sia una situazione, se le grandi potenze decidono di collaborare, una soluzione si trova. Nel caso della penisola coreana, i presidenti Trump, Xi e Putin hanno collaborato, assieme a Moon e Kim Jong-un, per uno scopo comune, uno scopo che si spera porterà alla denuclearizzazione della penisola e alla sua piena integrazione nel “nuovo paradigma” di sviluppo con vantaggi per tutti i partecipanti.

Lo stesso modello potrebbe essere applicato alla polveriera dell’Asia Sudoccidentale, al caso dell’Ucraina e altrove. Tuttavia, il “partito della guerra” in Occidente rimane fermamente contrario a tale prospettiva ed è intento a cercare di rimuovere Donald Trump o perlomeno neutralizzarne la capacità di stabilire buoni rapporti con Russia e Cina.

Così, mentre la narrazione del “Russiagate” cadeva a pezzi negli Stati Uniti, l’Impero Britannico – nella forma del governo di Theresa May – lanciava l’affare Skripal per accusare senza alcuna prova la Russia di aver avvelenato un’ex agente di Mosca nel Regno Unito. Poi, il presunto uso di armi chimiche a Duma da parta del governo siriano ha alimentato un altro giro di isteria russofoba (seguito da un costosissimo quanto militarmente inefficacissimo attacco missilistico di America, Regno Unito e Francia) basato completamente su informazioni fabbricate dai Caschi Bianchi, notoriamente finanziati da Washington e Londra, e inattendibili.

Quindi, il 30 aprile, il Premier israeliano Netanyahu (nella foto) ha presentato quelle che ha definito prove inconfutabili che l’Iran stia sviluppando armi nucleari, prontamente smascherate – anche dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA/IAEA) – come “fake news” basate su vecchie informazioni. Netanyahu mirava ovviamente a impressionare Trump in modo che egli ripudiasse definitivamente l’accordo P5+1 con l’Iran alla scadenza del 12 maggio.

Nel frattempo, il Presidente ucraino Poroshenko ha annunciato un’offensiva militare per “liberare” il Donbass, che potrebbe condurre allo scontro diretto con la Russia.

Tutti questi casi portano le impronte dei servizi di intelligence angloamericani e del “partito della guerra”. Tuttavia, il loro potere sta diminuendo man mano che si diffonde lo spirito della Nuova Via della Seta e della cooperazione win-win.

Un esempio, come abbiamo affermato, è nella prospettiva di riunificazione della penisola coreana. Un altro è il recente vertice tra il Presidente cinese Xi e il Primo ministro indiano Modi (cfr. SAS 18/18), che si spera inauguri una nuova era di cooperazione in Asia. Ciò a sua volta aprirebbe la via all'”accordo delle quattro potenze” (Cina, India, Russia e Stati Uniti) proposto da LaRouche nel 2008 per creare un nuovo sistema creditizio per lo sviluppo.