Quando i vampiri cominciano a donare sangue, si capisce che l’intero sistema è spacciato. Il programma di salvataggio di MPS è emblematico. È stato annunciato con “soddisfazione” dal Ministero dell’Economia e delle Finanze alla vigilia della pubblicazione dei risultati dei cosiddetti stress test sulle banche. Questi collaudi non affrontano il problema dei derivati, e “scoprono l’acqua calda”: in piena crisi economica, le banche che fanno credito reale sono a rischio.

Il problema vero è che in fallimento è l’intero sistema monetarista transatlantico.

L’unica soluzione è quella proposta due settimane fa da Lyndon LaRouche, incentrata sull’intervento su Deutsche Bank con un salvataggio condizionato dal riorientamento di quella banca per la produzione nell’economia reale e la cancellazione dei derivati. Questo la riporterebbe a ciò che era prima che il suo A.D. Alfred Herrhausen fosse assassinato il 30 novembre 1989.

Si potrebbe pensare che l’assassinio del banchiere tedesco non fu commesso all’improvviso, ma pianificato e preparato per diverse settimane.

Il discorso che Herrhausen avrebbe pronunciato a New York il 4 dicembre sui “Nuovi orizzonti in Europa”, una sfida diretta ai metodi usurai e distruttivi del sistema bancario transatlantico, forse non era noto nel momento in cui l’équipe di assassini si attivò; tuttavia erano noti due discorsi tenuti dal banchiere tedesco il giugno e il settembre precedenti, contenenti il cuore di ciò che avrebbe detto a New York.

In un saggio dal titolo “Il tempo è maturo – la crisi del debito a un punto di svolta”, pubblicato su Handelsblatt, il 30 giugno 1989, Herrhausen denunciò la politica sul debito adottata dalle banche, in particolare quelle americane, come un fallimento, poiché aggravava la situazione dei paesi debitori e delle banche creditrici stesse. La cancellazione generale di quote di debito fino al 70%, la riduzione alla metà dei tassi d’interesse su cinque anni e la durata dei prestiti estesa a 25-30 anni sarebbero state le uniche misure efficienti. Questo approccio, insistette Herrhausen, avrebbe “permesso alle dette nazioni di riassegnare le risorse considerevoli finora usate per onorare il debito, in modo da essere usate per scopi che servano alla ripresa delle loro economie domestiche”.

Herrhausen aggiunse che il vero bisogno delle nazioni debitrici non era di nuovo denaro, cioè di nuovo debito, ma “sarebbe meglio dire nuove risorse”. L’effetto netto atteso di questa “ridestinazione delle risorse potrebbe essere, nel corso dei primi cinque anni, maggiore [di quello] delle iniezioni di nuovo denaro da esse richieste finora”.

Herrhausen non fu esplicito al punto di ricordare che il suo approccio era ispirato all’Accordo sul Debito di Londra del 1953, che creò l’enorme ripresa della Germania Occidentale postbellica, ora nuovamente capace di camminare con le proprie gambe e non più appesantita dai vecchi debiti.

L’accordo di Londra, del quale si è parlato quando alla Grecia, recentemente, non è stato ridotto il debito, era stato negoziato dal suo predecessore in Deutsche Bank, Hermann Josef Abs, il rinomato banchiere della ricostruzione, che ne aveva promosso la carriera.

Durante una conferenza il 25 settembre 1989, in occasione di un incontro della Banca Mondiale a Washington, D.C., Herrhausen presentò gli stessi argomenti, indicando la sua grande speranza che le altre banche seguissero l’esempio di Deutsche Bank, una “banca di riduzione del debito”. I problemi legati ai pagamenti mancati da parte delle nazioni debitrici, insieme a quelli risultanti dagli squilibri debitori negli Stati Uniti stessi e in Europa, avvertì Herrhausen, costituivano un rischio sistemico. Considerati in sé e assieme a certi problemi non risolti nel Blocco Sovietico anche sotto le riforme della “Glasnost” (ampio malcontento, frizioni tra nazioni e “conflitti crescenti da ciò derivati come un’eruzione”) avrebbero potuto portare ad una cupa costellazione.

Herrhausen propose, in particolare per la Polonia, la creazione di una nuova banca a Varsavia, una “Agenzia per la Ricostruzione” che garantisse il corretto impiego dei nuovi prestiti per lo sviluppo della sua economia, così come il denaro del Piano Marshall fu utilizzato, sotto stretto controllo, nei piani di ricostruzione ben definiti, in Germania e nel resto dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale.

Questo fu il modo di Herrhausen di affrontare il problema che, un anno prima (il 12 ottobre 1988) LaRouche aveva esaminato, nel suo storico discorso presso il Kempinski Hotel di Berlino. Quel discorso era stato studiato da numerosi legislatori e banchieri nei mesi successivi, e si può ipotizzare che anche Herrhausen ne avesse ricevuto copia, a un certo punto.