Il 19 agosto, il Washington Times ha pubblicato un articolo intitolato “Il movimento di Lyndon LaRouche mette gli occhi sul 2020 nonostante la scomparsa del donchisciottesco candidato”. I lettori si saranno chiesti perché parlare di LaRouche adesso, quando i principali media hanno ripetuto fino alla noia che LaRouche fosse un personaggio insignificante, non essendo riuscito a ottenere risultati di rilievo nelle proprie campagne presidenziali.
Pur tentando di sminuirne l’influenza, l’autore dell’articolo ammette che LaRouche “non era un signor nessuno”, portando a esempio la sua campagna presidenziale nel 2000, quando ottenne oltre il 20% dei voti alle primarie dell’Arkansas. Inoltre, migliaia di persone l’hanno considerato un profeta. Hanno creduto ai suoi annunci del disastro finanziario alle porte e sostenuto le sue soluzioni per una complessa ristrutturazione bancaria e del sistema monetario, un sistema di treni a levitazione magnetica che collegasse le principali economie del mondo e un progetto mondiale per colonizzare Marte”. L’autore omette di raccontare che, a partire dal 1968, le previsioni economiche di LaRouche sono state le più accurate, come quando nel luglio 2007 denunciò lo scoppio imminente della bolla dei subprime, che avvenne nell’estate successiva, ed evita pure di menzionare che il LaRouche Political Action Committee (LPAC) denuncia che sta per scoppiare un’altra crisi globale a causa della mancata correzione degli errori che portarono al crac del 2008.
Egli nemmeno cita le proposte programmatiche per risolvere la crisi attuale, con le sue “Quattro leggi”. Esse consistono nella separazione bancaria (Glass-Steagall), nella politica creditizia hamiltoniana, nello sviluppo di una nuova piattaforma infrastrutturale e nel volano scientifico-tecnologico con l’energia di fusione e con l’esplorazione e la colonizzazione dello spazio. Queste proposte sono incorporate nel Nuovo Paradigma che sta emergendo attorno alla Belt and Road Initiative e alla discussione su un nuovo sistema monetario fondato da Stati Uniti, Russia, Cina e India.
Si può ipotizzare che l’intento dell’articolo sia di lanciare un avvertimento a certe forze che il lascito di LaRouche non è solo una presenza vivente nella politica statunitense, ma potrà svolgere un ruolo decisivo nelle elezioni del 2020. Esso cita la tesoriera di LPAC, Barbara Boyd, che afferma: “LPAC sarà estremamente attivo, perché consideriamo il 2020 un punto di svolta nella storia degli Stati Uniti”. Boyd afferma che LPAC si concentrerà “sul fronte politico, e cioè a far adottare dagli Stati Uniti le idee di LaRouche: industria moderna, moderne infrastrutture ed esplorazione dello spazio”. LPAC ha annunciato che sosterrà la candidatura di Daniel Burke (foto) nella corsa al Senato nel New Jersey. Burke sfida Cory Booker, sostenuto dalla leadership del partito democratico americano.
Il lettore più accorto saprà riconoscere che alcune delle iniziative programmatiche di LaRouche sono state riprese in qualche forma da Trump: per esempio la proposta di inviare un’astronauta femminile su Marte, che campeggiava sui manifesti della campagna elettorale di LaRouche nel 1988. Allora e in seguito, quel manifesto fu oggetto di dileggio da parte degli avversari di LaRouche. Recentemente si è speculato sull’influenza di LaRouche sull’amministrazione Trump. Uno che ne sa qualcosa è il vecchio amico del Presidente e artefice della sua vittoria elettorale, Roger Stone, che alla morte di LaRouche il 12 febbraio scorso, disse a un giornalista di “conoscere bene il pensiero straordinario e profetico” di LaRouche e che le idee di quest’ultimo avevano svolto “un importante ruolo dietro le quinte” nella vittoriosa campagna di Trump nel 2016.
Per questo i nemici temono che il lascito di LaRouche rimanga una forza potente negli Stati Uniti.