Il 25 settembre il Consiglio Europeo, che riunisce i capi di stato e di governo dell’UE, ha dato il via libera a una proposta per creare un sistema europeo di classificazione, o “tassonomia”, che fornisca agli investitori una lista di quali attività economiche debbano essere considerate sostenibili dal punto di vista climatico. Con grande disdetta da parte di vari movimenti ambientalisti, per via dell’opposizione della maggioranza degli Stati membri dell’UE dalla lista non è stato escluso il settore dell’energia nucleare.
Il Parlamento Europeo, la Commissione Europea e il Technical Experts Group (TEG) creato dalla Commissione vorrebbero l’esclusione dell’energia nucleare dai progetti sostenibili. Ma venticinque dei ventotto Paesi dell’UE, rappresentati nel Consiglio, hanno respinto questa posizione. Solo Germania, Austria e Lussemburgo hanno emesso una dichiarazione in cui si oppongono alla decisione. Oltre alla Francia, quasi tutti i Paesi dell’Europa dell’Est e del Sud considerano l’energia nucleare una fonte energetica “pulita”, e in Finlandia perfino l’Alleanza Verde, che fa parte della maggioranza, accetta espressamente il 30% di energia nucleare nel mix di fonti energetiche nazionali.
In un’altra sconfitta per la lobby verde, l’attuazione dei nuovi standard (la “tassonomia”) è stata rinviata di due anni. Inizialmente era previsto che venisse approvata subito, per costituire la piattaforma per il New Green Deal della nuova presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il cui mandato inizierà il 1 novembre. Ma il Consiglio ha deciso che verrà stabilita entro la fine del 2021 e applicata entro la fine del 2022.
La World Nuclear Association ha accolto con favore la decisione del Consiglio, con le parole del suo direttore generale, Agneta Rising (foto) che ha commentato: “l’energia nucleare è parte integrante degli sforzi di mitigazione del clima condotti dagli Stati membri. È stato dimostrato, in Francia come in Svezia, che essa ha il potenziale per consentire una transizione energetica sostenibile. Escludere l’energia nucleare dal nostro futuro sarebbe una decisione disastrosa per il clima” (vedi https://www.world-nuclear-news.org/Articles/Foratom-urges-fact-based-approach-to-sustainable-f).
L’associazione sottolinea che la tecnologia del nucleare, essendo a basse emissioni di anidride carbonica, è un fattore importante per arrestare i cambiamenti climatici. “Numerose organizzazioni internazionali sottolineano il contributo dell’energia nucleare allo sviluppo sostenibile, tra le quali l’Agenzia Internazionale per l’Energia, il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico dell’ONU, l’Agenzia per l’Energia Nucleare dell’OCSE e il Consiglio Mondiale per l’Energia”.
Per quanto lo sdoganamento del nucleare sia da accogliere con favore, ricordiamo quanto riferimmo in passato su questo sito: il nucleare non va inteso come sostitutivo delle fonti energetiche fossili, ma come aggiuntivo, se vogliamo garantire lo sviluppo della crescente popolazione mondiale; entro il 2045 dovremo disporre di 10.000 Gigawatt. Questo è possibile solo espandendo la produzione energetica da fonti nucleare e fossile al contempo.