La maggior parte dei media transatlantici manca di obiettività nei confronti della Cina. Le iniziative di Pechino vengono solitamente inquadrate in presunti disegni egemonici e Xi Jinping viene acriticamente paragonato a Mao. Pressato su questo tema, il capo dello staff della Casa Bianca John Kelly ha impartito una lezione di sobrietà.
In un’intervista a Laura Ingraham di Fox News il 30 ottobre, Kelly ha espresso “grande speranza che la Cina” e la Russia aiuteranno a risolvere la crisi in Corea del Nord. La Ingraham gli ha quindi chiesto come faccia il Presidente Trump a congratularsi con Xi Kinping, il presidente di “un Paese comunista”.

“Come americani non possiamo accettare un governo così, ma non sta a noi formulare giudizi”, ha risposto Kelly. Penso che lavorare con la gente a prescindere da quello che è, sia meglio che non parlarle.” E il sistema di governo di Pechino “apparentemente funziona per il popolo cinese”, ha aggiunto.
Alla domanda se la Cina sia un amico, un nemico o un partner commerciale, Kelly ha risposto: “Ci hanno battuto alla grande sul commercio. Ma questo non ne fa un nemico. A dire poco è una potenza mondiale. Probabilmente, i cinesi sono stati più abili di noi in molti modi negli affari e nel commercio. Il Presidente Trump è deciso a cambiare quel rapporto su base collegiale. La disparità tra quel che acquistiamo e vendiamo è grande, ma non li considererei un concorrente, giusto un’altra potenza mondiale”.

Riguardo al deficit commerciale americano, Kelly si è chiesto: “Di chi è la colpa? Voglio dire: è la nostra. Tanto di cappello per il fatto che hanno sfruttato i vantaggi loro offerti nei rapporti commerciali. Questo presidente è deciso a cambiarli ma in modo collegiale”.

Il Global Times del 3 novembre ha apprezzato le dichiarazioni di Kelly, notando che esse sono state “franche, ma non ciò che molte élite americane e occidentali desiderano sentire da alti funzionari statunitensi (…) esse non riescono affatto a capire il nuovo ordine mondiale e misurano ancora i rapporti tra le due nazioni con un vecchio metro”.