La scorsa settimana la Defense Intelligence Agency (DIA) e il Dipartimento di Stato USA hanno pubblicato oltre 100 pagine di documenti del governo precedentemente secretati, a seguito di un’istanza presentata da Judicial Watch in base alla legge sulla libertà d’informazione (Freedom of Information Act). I documenti sono relativi agli attentati dell’11 settembre 2012 contro l’ambasciata americana a Bengasi, in Libia, in cui furono uccisi l’ambasciatore Christopher Stevens ed altri tre funzionari dell’ambasciata.

Uno dei rapporti, datato il giorno dopo, il 12 settembre 2012, forniva una valutazione dettagliata delle reti terroristiche coinvolte nell’attentato per conto di Al Qaeda. Tale rapporto, per quanto non fosse una valutazione finale di intelligence, circolò tra i funzionari dell’amministrazione Obama al più alto livello, compresi i funzionari della Casa Bianca e del National Security Council.

Le carte chiariscono in modo inequivocabile che il Presidente Obama sapeva che l’attacco a Bengasi era stato pianificato da reti terroristiche in modo da coincidere con l’anniversario degli attacchi alle torri gemelle dell’11 settembre 2001 e come vendetta per l’uccisione di un leader di Al Qaeda di nazionalità libica durante un attacco di droni americani in Pakistan nel giugno 2012. Il Presidente Obama e i suoi consiglieri, tuttavia, continuarono a sostenere per giorni che era stato il risultato di una manifestazione popolare spontanea contro un film sul profeta Maometto.

A metà settembre del 2012, Obama era alla vigilia della sua campagna per la rielezione e uno dei suoi argomenti principali era che fosse riuscito a sconfiggere Al Qaeda e ad uccidere Bin Laden. Se fosse venuta fuori la verità su Bengasi, essa avrebbe favorito il suo sfidante repubblicano alle elezioni. Questo spiega le menzogne spudorate che sono state inventate e ripetute fino alla nausea dai funzionari dell’amministrazione.

Inoltre, altri documenti resi pubblici mostrano che:

  1. l’amministrazione sapeva che avvennero trasporti di armi da Bengasi alla Siria dall’ottobre 2011 fino all’inizio di settembre del 2012 e non fece nulla per fermarle, nonostante l’embargo ONU sulle armi.
  2. l’amministrazione sapeva fin dall’agosto 2012 che la politica promossa dagli Stati Uniti avrebbe contribuito a creare il califfato islamico dell’ISIS in Siria e in Iraq.

La DIA avrebbe potuto bloccare la pubblicazione del documento per molto tempo, ricorrendo a stratagemmi tecnici che
avrebbero fatto languire l’istanza in tribunale per alcuni anni. Tuttavia, ha deciso di rendere pubbliche le prove delle menzogne di Obama, che costituiscono una “pistola fumante” per l’impeachment.

Una settimana prima della pubblicazione, il famoso giornalista investigativo Seymour Hersh aveva pubblicato un gettonatissimo articolo nella London Review of Books, denunciando le menzogne di Obama sulle circostanze in cui fu catturato e ucciso Osama Bin Laden. Tutto questo avviene nel contesto di un intenso dibattito al Congresso sulle misure di mega-spionaggio della NSA e da stato di polizia imposte dal governo. Anche queste ultime forniscono una motivazione per l’impeachment del Presidente Obama.