Il movimento Extinction Rebellion (XR) ha ottenuto il primo successo nel Regno Unito, dove il primo maggio la Camera dei Comuni ha adottato la sua richiesta di dichiarare una “Emergenza climatica”. XR ora blocca il traffico e deturpa i monumenti, ma ci si attende che, come il movimento di protesta anarchico nel 1968, la sua ideologia irrazionale darà vita a metastasi violente. L’ideologia psicotica è già presente: i membri di XR subiscono una sorta di lavaggio del cervello da parte di un esercito di psicologi comportamentali e vengono indotti a credere, come dichiara il loro manifesto, che i governi siano colpevoli “di non riconoscere che la crescita economica infinita su un pianeta con risorse finite non sia possibile”. Si tratta della teoria di Malthus (XIX secolo) contraddetta dai fatti negli ultimi due secoli.

Il cambiamento che XR si propone di imporre è la deindustrializzazione delle economie occidentali, attuando “politiche sul clima” radicali come quella annunciata recentemente dalla nuova presidente della Commissione dell’UE Ursula von der Leyen, con l’obiettivo di rendere il continente “neutro” in termine di produzione della CO2 (“CO2 neutral”, in inglese) entro il 2050.

Dato che questa politica significa ridurre in povertà la popolazione, sono in corso dei preparativi verso un sistema di stati di polizia, come quello che si avrebbe se fosse introdotto nelle carte costituzionali il “reato contro il clima” come è stato proposto in Germania.

La politica dell’Emergenza Climatica va vista nell’ambito delle decisioni prese recentemente dalle banche centrali, di riavviare il Quantitative Easing e continuare a espandere la liquidità ben oltre la soglia dei già assurdi tassi di interesse negativi. La nuova liquidità pomperà la nuova bolla finanziaria, chiamata Green Finance (Finanza Verde), che troverà una stampella anche in una tassa sulle emissioni di CO2.

A coordinare la creazione della nuova bolla è la City di Londra, tramite il Green Finance Institute (GFI), creato nel 2018 e lanciato ufficialmente durante la “settimana di azione sul clima” che si è tenuta lo scorso 1-8 luglio a Londra. Nel presentare il nuovo istituto, inizialmente finanziato dal Tesoro del Regno Unito e dalla City, l’ex banchiera della Barclays, ora manager del GFI, Rhian-Mari Thomas ha spiegato che la missione del nuovo istituto è “accelerare la transizione interna e globale verso un’economia a zero emissioni di carbonio e resiliente al clima mobilitando il capitale”. L’obiettivo principale del GFI è quello di costruire “capacità e prodotti finanziari per finanziare le infrastrutture resilienti [verdi]” a livello globale, e “indurre i principali istituti finanziari a co-creare le soluzioni redditizie per generare entrate, insieme a chi determina la politica”.

In altre parole, l’industria finanziaria produrrà nuovi titoli e strumenti derivati per attrarre la liquidità esistente e quella emessa dalle banche centrali. Parte di tali titoli sarà acquistata direttamente dalla BCE nel suo nuovo programma di acquisto di titoli.

Questo rende ancor più urgente una riforma del sistema finanziario internazionale a partire dal ripristino della Legge Glass-Steagall (netta separazione tra banche ordinarie e banche d’affari), per mettere in liquidazione la City di Londra e salvare il sistema produttivo (nella foto una manifestazione del LaRouchePAC a New York a favore del ripristino della legge Glass-Steagall).