Il 4 agosto Lyndon LaRouche ha ammonito che gli attacchi israeliani come quello compiuto il 5 luglio scorso contro un deposito nei pressi di Latakia che conteneva missili russi, potrebbero scatenare una guerra generale, trascinando gli Stati Uniti in uno scontro diretto con la Russia. La crisi finanziaria ed economica in Europa e negli Stati Uniti, ha aggiunto LaRouche, ha raggiunto uno stadio così avanzato che un evento scatenante, ad esempio in Siria, potrebbe portare al conflitto globale.

Il bombardamento del 5 luglio è stato rivelato da fonti interne al Pentagono che ovviamente si preoccupano delle implicazioni strategiche di un attacco del genere. Gli israeliani volevano tenerlo segreto. Il 31 luglio Michael Gordon ha scritto sul New York Times che fonti della comunità d’intelligence USA ritengono che il raid israeliano non abbia distrutto tutti i missili anti-nave nel magazzino e che “è probabile che Israele compia altri attacchi”.

Poi, il 2 agosto, un articolo di Yaacov Lappin sul Jerusalem Post ha suggerito che la notizia sia stata diffusa per danneggiare Israele e potrebbe indurre Assad a compiere una rappresaglia. Il prof. Efraim Inbar del Centro Sadat-Begin ha affermato che con le rivelazioni, il Pentagono ha dimostrato di non aver a cuore gli interessi di Israele. Un altro esperto ha dichiarato di essere “sicuro che la fonte delle rivelazioni non sia l’amministrazione Obama”.

Secondo fonti di intelligence da noi consultate, la diffusione della notizia mirava a far capire che gli USA non appoggiano gli attacchi israeliani contro bersagli russi in Siria, che potrebbero condurre ad uno scontro con Mosca. Il fatto che elementi della comunità di intelligence USA abbiano “suonato il fischietto” sugli attacchi israeliani, pubblicando anche i dettagli dell’attacco aria-terra, ha provocato una reazione isterica a Gerusalemme.