Alcune settimane prima dell’invasione britannica della Libia Mu’ammar Gheddafi avvertì Tony Blair che gli attacchi finora condotti alla Libia erano di jihadisti che “vogliono il controllo del Mediterraneo e poi attaccheranno l’Europa”. L’avvertimento ci fu durante una telefonata fatta da Blair a Gheddafi il 25 febbraio 2011. La trascrizione di quella e di altre telefonate è stata resa pubblica il 6 gennaio dalla Commissione d’inchiesta del Parlamento britannico sull’attacco alla Libia.

Le telefonate di Tony Blair, concordate con David Cameron e con Hillary Clinton, furono fatte con l’intento di convincere Gheddafi a lasciare la Libia e a ritirarsi in un luogo sicuro non specificato. La risposta di Gheddafi fu la descrizione di quanto stava realmente accadendo nella regione.

“Voglio dirLe la verità. Non è affatto una situazione difficile. La storia è semplicemente questa: un’organizzazione ha dispiegato cellule dormienti nell’Africa Settentrionale… [un’organizzazione] chiamata Al Qaeda… Le cellule dormienti in Libia sono simili alle cellule dormienti in America alla vigilia dell’11 settembre”, disse Gheddafi.

Blair, Clinton, Obama e Cameron non erano intenzionati ad ascoltare gli avvertimenti del leader libico e continuarono sulla loro strada fino ad assassinarlo e a gettare la Libia nel caos, esattamente quel caos previsto da Gheddafi. Naturalmente, questa fu la consapevole volontà della monarchia britannica.