La Cina dovrebbe investire nelle infrastrutture statunitensi per correggere lo squilibrio commerciale tra i due Paesi. Questa proposta, giа avanzata dallo Schiller Institute, è stata rilanciata dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Michele Geraci in un’intervista a Class-NCBC il 23 gennaio.

Geraci si è detto non sorpreso della recente svolta positiva nella disputa commerciale sinoamericana, ricordando che non ha creduto che i due Paesi volessero ingaggiare una vera guerra commerciale. Ciò che è importante, ha osservato Geraci, è la volontà di riequilibrare la bilancia commerciale, Questo si può fare in diversi modi: “Ci potrebbero essere degli accordi; penso alla produzione di aeromobili che gli USA hanno e di cui la Cina ha bisogno per il suo traffico aereo commerciale in aumento. Questo potrebbe essere un primo passo che certo non ridurrà il deficit di trecento miliardi ma – attenzione –, c’è anche l’altra parte della bilancia commerciale che non è quella delle partite correnti ma quella del conto capitale. Quindi potrebbero esserci anche degli investimenti cinesi negli USA, ad esempio nel settore delle infrastrutture, cosa che i cinesi hanno dimostrato di saper ben fare e di cui gli USA hanno bisogno. Anche quello è un flusso di capitali che potrebbe andare da Est verso Ovest e se si mettono insieme la bilancia delle partite commerciali con quella in conto capitale, si può andare verso la parità come obiettivo. Ma una riduzione del deficit sarebbe già un ottimo segnale per tutti, per gli Stati Uniti e anche per la Cina, perchè alla fine la Cina ha bisogno di queste cose che gli Stati Uniti producono”. Geraci, che ha vissuto e insegnato per dieci anni in Cina, ha visitato gli Stati Uniti lo scorso novembre, dove ha incontrato membri del governo e del Congresso. In quell’occasione ha anche incontrato il parlamentare europeo Marco Zanni, che era a Washington in una visita organizzata dall’EIR, per consegnare la petizione a favore della separazione bancaria (Glass-Steagall) firmata da 217 rappresentanti eletti italiani (foto).

Nell’intervista a Class-NCBC, il sottosegretario con delega al Commercio ha anche sottolineato l’importanza di cooperare con la Cina per costruire le infrastrutture in Africa. “Il vero modo per risolvere il problema della migrazione è creare le condizioni perchè l’Africa abbia uno sviluppo sostenibile economico e sociale”. Il vero problema non sono le “poche migliaia” di migranti oggi, ma i “venti milioni di giovani che [domani] si affacciano sul mondo del lavoro e non sempre possono trovare. Quindi è importante lo sforzo di far sì che si sviluppi un’economia solida in Africa”.

Geraci ha ricordato che l’Italia ha firmato un protocollo d’intesa con la Cina per la cooperazione in Paesi terzi, “e questi Paesi terzi sono i cinquanta Paesi africani dove noi andiamo all’incastro con la Cina in settori come agricoltura, sviluppo delle infrastrutture, costruzioni ed energia”. In questi settori, Italia e Cina sono da una parte concorrenti, perchè producono le stesse cose, ma dall’altra sono complementari, come ad esempio nelle macchine agricole, dove l’Italia è molto forte e sta aiutando l’Africa in un processo che è simile a quello che è avvenuto in Cina: lo spostamento dalle aree rurali a quelle urbane.

Sviluppare l’Africa è un business, ma esso “stabilizza un continente e perciò è quello che credo sia una situazione ‘win-win’ per tutti e forse anche una cosa moralmente, eticamente giusta”.

La scorsa settimana, in occasione della visita a Roma del Primo Ministro etiope Abiy Ahmed, il governo italiano ha fatto sapere che coprirà i costi di fattibilità del progetto ferroviario che collegherà Addis Abeba col porto eritreo di Massaia. L’Etiopia avrа così un secondo sbocco commerciale sul mare, dopo quello di Gibuti. L’infrastruttura contribuirа a consolidare i nuovi rapporti di amicizia stabiliti tra Etiopia ed Eritrea.