Nel momento in cui l’UE blocca qualsiasi misura a favore della crescita, ed anche la discussione sulla separazione bancaria, è estremamente importante che alla Camera dei Deputati sia stata calendarizzata la discussione sui numerosi disegni di legge per la separazione bancaria, per ora in Commissione Finanze, ma grazie alle pressioni di Movisol e dei suoi sostenitori, ci auguriamo presto anche in aula.

Negli Stati Uniti il LaRouchePAC ha avviato una settimana di mobilitazione per far approvare la legge Glass Steagall al Congresso, ricordando a Trump la sua promessa elettorale in questo senso.

In Francia il candidato presidenziale Jacques Cheminade conduce una campagna su questo tema, liberarsi dalla schiavitù della grande finanza, ed è quindi molto importante che se ne discuta anche al Parlamento italiano.

Avevamo già dato notizia, circa un mese fa, della possibilità che le varie proposte per la separazione tra banche ordinarie (commerciali) e banche d’affari potessero essere vagliate alla Commissione Finanze della Camera (1).
Ora c’è la conferma, come si evince dal calendario dei lavori della stessa Commissione che, per questa settimana, è all’ordine del giorno l’avvio dell’esame delle proposte di legge recanti disposizioni in materia di separazione tra le banche commerciali e le banche d’affari (C. 488 Caparini (LNA), C. 762 Di Lello (Misto), C. 1605 Giancarlo Giorgetti (LNA), C. 1742 Meloni (FdI), C. 2000 Sibilia ( M5S), C. 2240 Bianconi ( FI-PdL), C. 2597 Consiglio Regionale della Toscana, C. 2601 Schullian (Misto, Minoranze linguistiche), C. 2712 Minardo (NCD), C. 3647 Paglia (SI-Sel) e C. 3871 Consiglio Regionale dell’Abruzzo).

L’avvio dell’iter arriva dopo la recente conversione in legge del DL 237/2016, passato alla Camera dopo l’approvazione in Senato, che reca “Disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio” e sul quale il governo ha posto l’ennesima fiducia
Come è avvenuto per il Senato (2), anche alla Camera, sia in sede di Commissione Finanze che in aula, sono stati presentanti,senza passare, emendamenti al DL 237/2016 a favore del ripristino della netta separazione delle banche. Gli emendamenti sono quelli della Lega Nord, Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana–Sel.

In Aula, inoltre, durante la fase di dichiarazione di voto, il dibattito si è attestato più volte sulla necessità di reintrodurre la separazione delle banche. In questa direzione sono intervenuti gli esponenti dei vari gruppi politici che hanno negato il voto favorevole al provvedimento e quindi hanno negato la fiducia al governo, dall’on. Laffranco (FI-PDL), agli on.li Mariano Rabino (Scelta Civica-ALA CLP-MAIE), Giulio Marcon (SI-SEL) e Roberto Fico (M5S) che hanno evidenziato, tra l’altro, la mancanza di volontà politica di discutere e votare provvedimenti di legge che “tutelerebbero in profondità i risparmiatori rispetto alla speculazione“ e che “il problema non è utilizzare denaro pubblico per stabilizzare il Monte dei Paschi o il sistema bancario …ma è necessario farlo nell’ottica di un addio al principio della banca universale e di una separazione netta tra banche d’affari e banche commerciali, avendo come stella polare la tutela del risparmio e il sostegno dell’economia reale…..”

Anche l’intervento dell’on. Pia Elda Locatelli (PSI), che mette in evidenza l’abrogazione della separazione bancaria come causa della crisi finanziaria del 2008, i cui effetti ancora oggi stiamo subendo, invoca il ripristino della stessa facendo riferimento al Glass Steagall Act “per evitare danni al sistema e ridurli per gli incolpevoli risparmiatori tratti in inganno da operatori finanziari con pochi o nessuno scrupolo, ma più giusto ancora sarebbe anche approfittare di queste urgenze per introdurre regole a salvaguardia della trasparenza e della moralità del settore“, (3) salvo poi in Aula votare la fiducia al Governo(!) e scambiare la Dodd Frank per una vera separazione bancaria alla stessa stregua del Glass Steagall Act (4). Questo benché, come co-firmataria del succitato DDL 762, sembra esserle chiaro che, come riporta il testo di legge: “Dal punto di vista normativo, prevedere la semplice separazione delle attività fra le banche commerciali e quelle d’affari non è tuttavia sufficiente, posto che non supera la criticità di un unico soggetto che esercita seppur con limitazioni la duplice attività. Occorre quindi intervenire in modo incisivo distinguendo e separando i soggetti che operano sul mercato, a tal fine modificando il Testo Unico bancario (d.lgs. 1° settembre 1993, n. 385)“ (5).
Detto ciò, quello che più ci preme mettere in evidenza dell’intervento della on. Locatelli è il suo appello al Governo ” di limitare l’uso della fiducia che comprime il ruolo del Parlamento….” e priva ” …il Governo stesso di un proficuo rapporto nell’elaborazione di scelte che riguardano tutto il Paese”.

Noi aggiungiamo che il ricorso continuo e costante della questione di fiducia da parte del Governo diventa un vero e proprio strumento di ” ricatto politico ” nei confronti degli Organi di Rappresentanza (non solo quindi la maggioranza), che si limitano a confermare (a prescindere dal contenuto) il sostegno compatto al Governo in carica il quale, a sua volta, rivela la reale volontà di non voler adottare le uniche riforme necessarie al paese come il ripristino della netta separazione delle banche.

Maria Gagliotta

Note

1) Il Parlamento potrebbe presto discutere la separazione bancaria

2) La separazione bancaria: unica alternativa al furto dei nostri risparmi

3) Resoconto stenografico dell’Assemblea, Seduta n. 742 di mercoledì 15 febbraio 2017

4) Resoconto stenografico dell’Assemblea, Seduta n. 743 di giovedì 16 febbraio 2017

5) Accelera la spinta per la separazione bancaria negli Stati Uniti e in Europa