Il 14 maggio il Presidente Trump, rispondendo a una domanda sui rapporti sinoamericani nel corso di un’intervista per Fox Business, ha affermato che gli Stati Uniti potrebbero “troncare i rapporti del tutto” e in quel caso “risparmierebbero 500 miliardi di dollari”. È presumibile che Trump sappia che non è così, ma la domanda che ci si pone è: fino a dove vuole spingersi per cavalcare l’isteria anti-cinese generata nei media, al Congresso e nella sua stessa Amministrazione dalla ben orchestrata campagna per allontanare la “minaccia” (ai loro occhi) di un Trump che si riavvicini a Russia e Cina? Egli sembra credere di dover cavalcare l’onda della propaganda per essere rieletto, ma ci crede veramente?
Per la presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche, lo “sganciamento” degli Stati Uniti dalla Cina è lo sviluppo più pericoloso che possa avvenire nell’attuale situazione strategica. Parlando con i colleghi il 17 maggio, ella ha fatto notare che il mondo sta affrontando una crisi esistenziale con la pandemia e una carestia “di proporzioni bibliche”, entrambe il prodotto di un sistema finanziario ed economico ripetutamente condannato da Lyndon LaRouche, il quale ne previde il collasso. Non esistono soluzioni a questa crisi senza la cooperazione tra Stati Uniti e Cina, assieme a Russia, India e altre nazioni, centrata sull’urgenza dello sviluppo ad alta tecnologia del settore emergente.
L’editoriale del pechinese Global Times del 15 maggio ha osservato che il Paese “deve essere pronto allo scenario peggiore, quello di una completa separazione dagli Stati Uniti nel settore high-tech. Benché la minaccia dell’Amministrazione di Trump di sganciarsi dalla Cina faccia parte della strategia elettorale, l’approccio radicale di boicottare la Cina è diventata una tendenza irreversibile negli Stati Uniti. L’ambiente in favore dello sviluppo pacifico della Cina è cambiato sensibilmente. Dunque le politiche estera e interna della Cina devono adattarsi”.
Trump ha combattuto e superato l’isteria “Russia-Russia-Russia” promossa e gestita dalle stesse fonti, a Londra e a Washington, che ora sono passate a “Cina-Cina-Cina”. Entrambe hanno poco a che fare con Russia o Cina, ma molto con l’intenzione di rovesciare il Presidente eletto dagli americani. È cruciale che Trump denunci la manovra.