Lettera aperta al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni 

Egregio Presidente del Consiglio,

il 22 gennaio, su invito della comunità ebraica di Viterbo, Er Kibbutz, abbiamo discusso i principii che possano ispirare una politica di pace duratura in Medio Oriente, per porre fine alle violenze di Hamas ed alla “strage di innocenti” a Gaza, dove sono morti finora 25.000 civili, tra cui 10.000 bambini. La strage continua, e riteniamo quindi che sia urgente intervenire. In qualità di rappresentanti delle tre religioni monoteistiche, cristiana, ebraica e musulmana, ci rivolgiamo a Lei affinché si faccia promotrice presso l’Unione Europea, l’ONU e la comunità internazionale di un cessate il fuoco immediato e di una politica di pace e cooperazione tra Israele e la Palestina, come quella che ispirò l’accordo di Oslo del 1993 tra l’allora Premier israeliano Rabin, Yasser Arafat per l’OLP e l’allora Presidente americano Bill Clinton. Uno degli aspetti fondamentali di quell’accordo era il capitolo sulla cooperazione economica, con progetti concreti di cooperazione tra Israele e Palestina per la creazioni di canali che dal Mediterraneo e il Mar Rosso portino l’acqua al Mar Morto, impianti di dissalazione dell’acqua marina ed altri progetti contemplati dal Piano Oasi (foto) del compianto economista e statista americano Lyndon H. LaRouche, che fin dagli anni Novanta invocò una politica di pace basata sulla cooperazione economica e sulla convivenza pacifica tra ebrei, musulmani e cristiani, non solo in Medio Oriente ma in tutto il mondo.

Condanniamo con decisione l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, ma condanniamo al contempo la reazione spropositata e barbara del governo di Netanyahu, giustamente sotto accusa anche in Israele e da parte della comunità ebraica in tutto il mondo per aver finanziato Hamas per indebolire l’OLP ed impedire un accordo di pace, e per aver messo a repentaglio la vita degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas rifiutandosi di negoziare. Condanniamo fermamente qualsiasi organizzazione o movimento, inclusi il Governo Netanyahu ed Hamas, che, prendendo a pretesto il nazionalismo etnico o religioso, promuovono la violenza. Migliaia di “ebrei di coscienza” hanno scritto al governo tedesco e gli altri governi europei, quindi anche il suo, chiedendo loro di appoggiare la causa del Sud Africa contro Israele per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia all’Aia. Se lei vuole essere davvero dalla parte di Israele, quindi, e scongiurare sentimenti antisemiti nel mondo, il modo migliore per farlo è quello di sostenere le richieste di centinaia di organizzazioni ebraiche nel mondo che chiedono la fine di questa “strage di innocenti”, un cessate il fuoco immediato, e la liberazione degli ostaggi.

Da un anno a questa parte lei si è fatta portavoce di un “piano Mattei” per l’Africa. Se fosse vivo oggi, Enrico Mattei sarebbe sicuramente portavoce di un piano di pace per il Medio Oriente, così come negli anni Sessanta promosse il dialogo tra l’Italia e la Cina, la Russia, l’Iran e tutto il Medio Oriente con una politica di pace e cooperazione economica nell’interesse reciproco del Sud globale, che oggi sostiene a viva voce la causa del Sud Africa all’Aia, e che promuove una politica di cooperazione economica nell’ambito dei BRICS e della Iniziativa Belt and Road.

E’ nel nostro interesse fungere da ponte per il Mediterraneo, ed è nel nostro interesse che la folle politica di “guerra generale contro Russia e Cina” annunciata dall’Amm. Bauer della NATO venga sostituita da una politica di pace.

“Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra.” (Isaia 2:3-4)-
Il nostro appello a lei, ed a tutti i governi europei, si fonda su questo verso del profeta Isaia. L’alternativa è quella “guerra mondiale a pezzi” che ha denunciato con forza Papa Francesco. L’Italia torni ad essere portavoce di una politica di pace!

Primi firmatari:

Liliana Gorini, presidente di Movisol, Milano
Massimiliano Salvini, comunità ebraica Er Kibbutz, Viterbo
Chamwil Njifon. Originario del Camerun, studente presso l’Università Degli Studi di Palermo, Fondatore e Direttore del Canale YouTube Indigeno Incivilito
Bruno Romano, Movisol
Marco Lehnus, medico
Alessia Ruggeri, sindacalista, rappresentante della Coalizione Internazionale per la Pace
Arnaldo Vitangeli, editore di La finanza sul Web
Abdel Aziz Ihab, rifugiato palestinese, membro della Comunità Islamica Italiana.
gaetano rotondo, IAM-gcar-08221985 uomo vivo e Presidente del Comitato Liberi Pensatori
Ugo Keke Udeunaga, presidente in Italia di IPOB (Indigenous People of Biafra)

Luciano Tovaglieri, presidente di IGNIS Fuoco Italico

Marina Paris, architetto