di Liliana Gorini, presidente di MoviSol

L’esito del voto è l’ennesimo terremoto politico che dimostra che il vecchio paradigma, e l’establishment che lo promuove, sono finiti, e la popolazione italiana chiede un nuovo paradigma. I vincitori delle elezioni sono Di Maio e Salvini, che ha sorpassato Berlusconi, assumendo la leadership della coalizione di destra. Nonostante gli attacchi di Jean-Claude Juncker e dell’Unione Europea, o forse proprio per via di questi attacchi, il voto della Lega e del M5S ha superato ogni aspettativa.

Gli sconfitti sono Matteo Renzi, l’uomo delle banche, e Silvio Berlusconi, i cui pellegrinaggi a Bruxelles per garantire all’Unione Europea la sua fedeltà al trattato di Maastricht sicuramente lo hanno reso impopolare.
Pur avendo dimezzato il voto del Partito Democratico, Renzi ha avuto anche questa volta l’arroganza di dettare l’agenda del dopo voto, ignorando 11 milioni di elettori, la metà dei quali provengono dal suo partito, e dichiarando impossibile un accordo di governo con quelli che ha definito gli “estremisti”, ovvero Lega e Cinque Stelle. Il suo atteggiamento suicida è stato denunciato dal governatore della Puglia Emiliano, che invece è a favore di un accordo di governo con Di Maio. Renzi, e i suoi sostenitori nel PD, continuano a non comprendere che il motivo della loro sconfitta è la loro arroganza, e la loro totale mancanza di empatia per una popolazione italiana sempre più colpita dalla crisi economica, e che rischia di perdere tutti i risparmi grazie al loro decreto “salva banche”. Non è escluso che, come Hillary Clinton, finiscano col dare la colpa della loro sconfitta ai russi, pur di non ammettere gli errori madornali che hanno commesso negli ultimi anni, e che hanno portato a questo voto di protesta.

Dal canto suo, la coalizione di destra non ha una maggioranza di governo. Come uscire da questo impasse? Durante la campagna elettorale, Movisol ha proposto il suo programma, le quattro leggi di LaRouche, prima tra tutte la legge Glass-Steagall, ovvero la netta separazione tra attività speculative e attività di credito per tutelare i risparmi e rilanciare il credito all’economia reale, e l’adesione dell’Italia alla Nuova Via della Seta, nonché un piano Marshall per lo sviluppo dell’Africa, unica alternativa alle migrazioni di massa, a partire dal piano Transaqua per il lago Ciad, su cui l’Italia collabora con la Cina.

E’ significativo che i due partiti vincenti, Lega e Cinque Stelle, abbiano in comune 2 punti programmatici ripresi dalle 4 leggi di LaRouche: il ripristino della legge Glass-Steagall e una banca nazionale.

Solo da questo si può ripartire per arrivare ad un accordo di governo, scongiurando l’attacco ai nostri titoli di stato ed alla nostra economia da parte degli speculatori ipotizzato da molti osservatori come “vendetta” dei mercati per l’esito del voto. Certo, si tratta di mettere d’accordo partiti molto diversi, ma il dialogo è possibile solo intorno ad un programma concreto per rilanciare l’economia italiana, l’occupazione e superare la povertà, non con il reddito di cittadinanza, non con la “flat tax”, ma togliendo ogni garanzia dello stato agli speculatori, che hanno mandato in rovina la nostra economia e quella mondiale dal 2008, e rilanciando il credito a grandi progetti infrastrutturali, a partire dalla ricostruzione delle aree terremotate.

Tuttavia, se il M5S vuole essere una forza di governo credibile, dovrà abbandonare la propria opposizione ai grandi progetti infrastrutturali. Di fatto, solo con un piano di progetti infrastrutturali per il Mezzogiorno, che includa il ponte di Messina tra Calabria e Sicilia, il miglioramento della rete ferroviaria con l’adozione dei treni veloci, il miglioramento dei porti, e forme di produzione di energia ad alta intensità di flusso energetico, sarà possibile creare posti di lavoro altamente qualificati e l’aumento della produttività.
Il Glass-Steagall Act di Roosevelt, che il M5S include nel proprio programma, era parte del New Deal basato precisamente su questo tipo di progetti infrastrutturali a cui finora il M5S si è opposto. Ad esempio, il Golden
Gate, la cui costruzione fu promossa dal sindaco italiano di San Francisco, era uno dei tanti progetti infrastrutturali del New Deal equivalente al ponte di Messina odierno.

Movisol si impegna a favorire il dialogo tra tutti i partiti sui seguenti 5 punti programmatici. Solo così sarà possibile formare un governo stabile, spiazzando Juncker e l’oligarchia finanziaria che scommette, letteralmente, sull’instabilità del nostro paese.

Ecco quindi i 5 punti del programma che Movisol propone per il nuovo governo:

1. Ripristino immediato del Glass-Steagall Act, che toglierà ogni garanzia dello stato agli speculatori liberando risorse per l’economia reale, come fece Roosevelt nel 1933. L’unica tutela per i nostri risparmi sta nella separazione bancaria.

2. Una banca nazionale, come quella originariamente creata da Alexander Hamilton ai tempo di Washington. La crescita è possibile solo con la creazione del credito.

3. Credito statale per l’alta tecnologia e l’occupazione altamente produttiva, inclusa la ricostruzione delle nostre infrastrutture, a partire dalle zone terremotate.

4. Un programma d’urto per lo sviluppo della fusione nucleare e per la ricerca spaziale, che fungerà da volano per l’economia reale.

5. Adesione alla Iniziativa Belt and Road proposta dalla Cina, ed ai grandi progetti della Nuova Via della Seta marittima che potrebbero rilanciare i nostri porti e il Mezzogiorno

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