Julian Assange è stato arrestato all’ambasciata ecuadoregna a Londra per non essersi presentato in tribunale a Londra nel 2012 e a seguito di un’incriminazione da parte di un tribunale della Eastern Virginia, riguardante la pubblicazione dei documenti segreti forniti a Wikileaks da Bradley/Chelsea Manning. Assange ha annunciato che si opporrà all’estradizione negli Stati Uniti.

Sono poche le persone oneste che sanno qualcosa della sottrazione dei dati dai computer del Partito Democratico americano e della pubblicazione su Wikileaks dell’epistolario elettronico di John Podesta. La fuga di documenti è importante perché è collegata alla frode britannica del Russiagate contro Trump, contro gli Stati Uniti come istituzione anti-imperiale, e contro la Russia. Una di queste persone è Assange, che è fermo nel dire che quei documenti non furono trafugati via Internet da pirati informatici russi; un’altra è Craig Murray, che afferma di aver ricevuto una memoria USB da una fonte interna agli Stati Uniti e di averne trasmesso il contenuto su Wikileaks; un’altra è William Binney, ex direttore tecnico della NSA, che condusse un esame forense indipendente dei documenti del partito democratico americano e li trovò coerenti sì con un trafugamento, ma non con un atto di pirateria informatica da lontano, ovvero a opera degli ambienti militari di intelligence russi via Internet, come invece ha sempre sostenuto Robert Mueller. Affermò invece che i falsi documenti provenivano dal DNC.

Pensate che se Robert Mueller avesse potuto provare che Binney era in errore, avrebbe esitato nell’accusare Assange di congiura? È più verosimile che questo arresto sia un tentativo tardivo di limitare l’azione indagatrice del Ministro della Giustizia Bill Barr. Che sia, in altre parole, un tentativo di insabbiamento o di intralcio alla giustizia.

Binney ha concesso alla TV del LaRouchePAC la seguente intervista:

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