Il 16 giugno 1933 fu adottato negli Stati Uniti il Glass-Steagall Act, fortemente voluto dal Presidente Franklin Delano Roosevelt, per separare nettamente le banche commerciali da quelle d’affari, o speculative, rilanciando il credito produttivo e ponendo così fine alla Grande Depressione. Mozioni e ordini del giorno per il ripristino della separazione bancaria, che si ispirano al Glass-Steagall Act, sono stati presentati ed approvati negli ultimi anni, su iniziativa di MoviSol, da decine di consigli comunali, da cinque consigli regionali (Toscana, Lombardia, Piemonte, Abruzzo e Veneto). Al Congresso USA sono in discussione tre disegni di legge per il ripristino della legge Glass-Steagall, presentati dalla Sen. Elizabeth Warren, dal Sen. Bernie Sanders e da altri congressisti, sia democratici sia repubblicani, al punto che la separazione bancaria è diventato un tema centrale delle presidenziali americane (pur essendo osteggiata sia da Obama sia dalla Clinton, entrambi finanziati da Wall Street). Al Parlamento italiano sono in discussione otto disegni di legge per la separazione bancaria.

Nell’anniversario del Glass-Steagall Act, pubblichiamo il testo dell’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Comunale di Gaiola (Cuneo):

PREMESSO CHE:

– è in atto da quasi un decennio una gravissima crisi economica a livello globale che ha minato e sta minando anche la base produttiva di innumerevoli attività imprenditoriali ed industriali della nostra Regione, della Provincia Granda e del territorio della Valle Stura;

– assistiamo al collasso delle imprese e delle famiglie, alla revoca dei crediti, alla non concessione di nuovi crediti, ad un aumento vertiginoso delle procedure concorsuali, a fortissimi tagli occupazionali;

– la crisi ha carattere strutturale e trova la sua radice nelle disfunzioni del sistema bancario – finanziario e nel suo contrastato rapporto con l’economia reale;

– gli organi di vigilanza nazionali e internazionali ed i mercati finanziari hanno contribuito a generare la crisi principalmente attraverso la creazione di un eccesso di rischio ed a prolungarla attraverso l’assorbimento di fondi pubblici destinati ai salvataggi bancari che avrebbero potuto avere una diversa e più efficace destinazione: elementi, questi, di per sé sufficienti a permettere di considerare il funzionamento del sistema bancario, con le sue pericolose ripercussioni sulla economia reale, uno dei più seri problemi strutturali, se non il più serio che la società contemporanea si trova oggi a fronteggiare;

– con l’ondata di fusioni e di acquisizioni rese possibili dalla deregolamentazione gli istituti bancari sono diventati grandi a tal punto che il loro fallimento viene considerato come una eventualità tanto disastrosa da utilizzare i soldi dei contribuenti per evitarlo;

– non sono le banche di piccole e medie dimensioni, i piccoli istituti operativi che raccolgono risparmi privati delle famiglie e danno credito principalmente alle attività economiche del territorio ad avere creato la crisi, bensì i grandi colossi che hanno abdicato alla funzione di sostegno alla economia per dedicarsi alla finanza speculativa, alimentata da banche di investimento internazionali, e consentita nel recente passato da alcune zone di ombra di applicazione delle norme prudenziali;

– solo il riconoscimento del ruolo delle Banche commerciali sarebbe un vero strumento per la crescita e la ripresa, perché permetterebbe di distinguere gli investimenti destinati alle attività produttive dai fondi immessi nel sistema bancario solo per coprire le perdite della speculazione;

– se le Banche venissero nuovamente separate si creerebbe un nuovo ordine finanziario e gli speculatori sarebbero lasciati alla loro sorte senza compromettere i flussi finanziari connessi alle attività dell’economia reale ed i nuovi crediti emessi non finirebbero nel grande gioco d’azzardo della finanza speculativa;

– le Banche dovrebbero investire i risparmi depositati dai cittadini a servizio della economia reale: remunerando i depositi e concedendo i prestiti;

RICORDATO CHE:

– con la legge detta Glass–Steagall del 1933, voluta dal Presidente degli Stati Uniti F.D. Roosevelt, cancellata con una firma da Bill Clinton nel 1999, si era disposto la separazione tra attività bancaria tradizionale ed attività bancaria di investimento: da una parte le banche dedicate al credito per le famiglie e dall’altra le banche che giocano in borsa con i soldi degli investitori privati;

– in particolare la “ratio” della separazione tra banche commerciali e banche di investimento contenuta nella legge su menzionata era quella di evitare che il fallimento dell’intermediario comportasse altresì il fallimento della banca tradizionale, impedendo di fatto che l’economia reale fosse direttamente esposta al pericolo di eventi negativi prettamente finanziari;

VISTO CHE:

– in Italia con il Testo Unico Bancario del 1993 è stata di fatto rimessa in piedi una commistione tra Banche commerciali e Banche d’affari, abolendo la legge bancaria del 1936 con cui fu introdotto in Italia lo standard americano della Legge Glass-Steagall;

– in particolare con il processo che va dalla legge Amato (1992) alla legge Draghi (1998) si è passati ad un regime in cui, abolite le specializzazioni, le Banche sono diventate Banche universali, e cioè fanno tutto, compresa l’attività bancaria di affari;

– il Fondo di Tutela dei depositi si trova a proteggere banche che mettono a repentaglio i risparmi dei cittadini speculando sui mercati finanziari che la loro divisione investiment;

PRESO ATTO CHE:

– nessun prezzo è stato chiesto alle Banche causa della crisi, ed i meccanismi speculativi non sono stati bloccati e nemmeno arginati;

– per far fronte alla crisi è urgente garantire l’accesso al credito alle famiglie ed alle imprese e ridimensionare, con gli opportuni strumenti legislativi, il potere della finanza;

– è opportuno eliminare la finanziarizzazione della economia e ripristinare regole anti speculative per il settore bancario – finanziario;

– è auspicabile che il Governo italiano, in applicazione della invocata riforma finalizzata alla separazione bancaria, conferisca alla Bce il potere di fissare regole che distinguano tra investimenti finanziari utili all’economia reale e quelli ad elevato rischio connessi a operazioni finanziarie di natura speculativa, soltanto i primi da favorire e i secondi da utilizzare in un segmento specifico del mercato finanziario in cui ogni investitore sia responsabile di ciò che rischia e le direttive autorizzate ad essere operative siano costrette ad osservare rigorosi limiti operativi e di capitale;

CONSIDERATO CHE:

– via di uscita può consistere nel rimettere la politica e lo Stato al di sopra della finanza, riportando quest’ultima al suo ruolo che è quello di fornire capitali alle attività produttive;

– il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato a giugno 2013 all’unanimità un ordine del giorno in materia.

IL CONSIGLIO COMUNALE ESPRIME:

– una forte richiesta affinché il Governo italiano promuova una riforma normativa volta ad affermare la separazione tra Banca commerciale e Banca d’Affari secondo i principi ed il modello della legge Glass–Steagall;

– volontà di attivarsi nella promozione di tale riforma normativa, tenendo conto della esigenza di valorizzare un modello di Banca tradizionale, non speculativa, riconoscendone la specificità ed il ruolo economico e sociale.