Il New York Times è ormai un organo di propaganda di guerra. Il 26 giugno ha pubblicato un articolo in cui sostiene che anonimi funzionari dei servizi segreti statunitensi e agenti delle forze speciali credono che un’unità del GRU (servizi segreti militari russi) stia offrendo una taglia a “milizie legate ai talebani” per uccidere i militari statunitensi in Afghanistan. Dopo aver somministrato la bufala, l’articolo si chiede se il presidente Trump sia stato informato di questo; in caso contrario, perché non lo sia stato e, in caso affermativo, perché nulla abbia fatto nei confronti della Russia.
L’articolo ha fornito nuove munizioni agli attivisti del Trumpgate in servizio permanente effettivo, molti dei quali, in entrambi i partiti, sostengono che l’inazione di Trump sarebbe la prova che egli sia “controllato” dal Presidente russo Putin (vedi sotto). Altri articoli dei media, e gli stessi politici, hanno trattato le accuse del New York Times come se fossero vere, nonostante l’assenza di prove verificabili contro i russi o contro Trump e benché le uniche fonti citate siano anonime. Inoltre, sono state contestate dall’Agenzia per la Sicurezza Nazionale, dai leader militari del Pentagono e persino da enti di intelligence schierati contro Trump.
Oltre all’ovvio intento di togliere voti repubblicani a Donald Trump alle prossime elezioni, o forse anche di convincerlo a dimettersi, la storia viene usata per altri due obiettivi. In primo luogo, per far sì che non abbia luogo un altro incontro tra Trump e Putin prima di novembre. Il quotidiano britannico Guardian, che ha collaborato con il New York Times nel portare avanti questa storia, ha espresso profonda preoccupazione per il fatto che i due Presidenti si sono parlati al telefono almeno sei volte dal marzo scorso. Nel momento in cui Vladimir Putin sta organizzando un vertice dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e Donald Trump ha chiesto di riportare la Russia nel G8, il “partito guerrafondaio” transatlantico teme che qualsiasi ulteriore coordinamento tra i due possa interrompere la loro spinta allo scontro permanente.
Un secondo obiettivo è quello di impedire a Trump di ritirare le truppe statunitensi dall’Afghanistan, ritiro previsto a seguito dell’accordo raggiunto in febbraio tra i negoziatori statunitensi e i talebani. Una votazione in seno alla Commissione sulle Forze Armate della Camera, che vieta il ritiro delle truppe, ha ottenuto un ampio sostegno bipartisan ed è stata approvata con 45 voti contro 11.
Trump ha scritto su twitter.com che la storia che vorrebbe che la Russia pagasse i talebani per uccidere i soldati americani è l’ennesima bufala e i suoi consiglieri hanno affermato che non è stata inclusa nel Daily Presidential Briefing perché i principali consiglieri per la sicurezza nazionale non hanno trovato prove del “complotto” degne della sua attenzione. Dato che molto di ciò che è stato detto sulla Russia negli ultimi anni dai funzionari dei servizi segreti statunitensi è risultato falso e spesso basato sulla disinformazione britannica, questo è un altro motivo per cui queste accuse non sono state prese in considerazione. Nel suo articolo, il Guardian, che ha svolto un ruolo di primo piano nel modo in cui l’intelligence britannica promosse il Russiagate (per esempio dando piena credibilità al dossier falso di Steele), ha riferito che l’unità del GRU dietro il “complotto delle taglie” sarebbe la stessa che fu dietro l’avvelenamento di Skripal, un’altra operazione perpetrata dall’intelligence britannico per minare la cooperazione tra Trump e Putin…