“La pace attraverso lo sviluppo per Israele e Palestina e per tutta l’Asia sud-occidentale”, incentrata sul Piano Oasi, era il tema della riuscita conferenza online organizzata dallo Schiller Institute il 13 aprile, con relatori provenienti dai cinque continenti. La prima sessione, di cui abbiamo riferito nel numero della scorsa settimana, si è concentrata sugli aspetti politici e diplomatici della crisi. La seconda sessione era dedicata alle basi dello sviluppo economico, per mostrare come sia possibile raggiungere una pace duratura attraverso l’uso della tecnologia e dei metodi ingegneristici più avanzati per inverdire i deserti dell’Asia sud-occidentale.
Il relatore principale era il consulente scientifico dello Schiller Institute Jason Ross, che ha esordito con una citazione di Albert Einstein: “L’eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità” e sviluppando tre concetti fondamentali, che hanno fornito lo spunto per il successivo dialogo tra i partecipanti:
1) L’uomo, dotato della facoltà creativa, è fondamentalmente buono e, in virtù della creatività, ha il potere di migliorare la natura grazie alle scoperte scientifiche e al conseguente sviluppo di nuove tecnologie. In uno scritto del 1995, Lyndon LaRouche afferma: “Ad ogni persona è dato il potenziale intellettuale che nessun animale possiede, il potere non solo di immaginare stati di natura che non sono mai esistiti prima nell’universo, ma, entro certe condizioni, di imporre queste idee in modo efficiente all’Universo in generale”.
2) L’ideologia ambientalista “verde” è fondamentalmente malvagia, in quanto afferma che tutto ciò che l’uomo fa per trasformare la natura è intrinsecamente cattivo.
3) Il Piano Oasi, come base per la pace attraverso lo sviluppo economico, affonda le sue radici concettuali nel Trattato di Westfalia del 1648, che pose fine alla sanguinosa Guerra dei Trent’anni in Europa. Quel trattato fu concepito per creare una pace duratura promuovendo il “beneficio dell’altro” e rinunciando a qualsiasi vendetta. Ross, che ha usato molte illustrazioni durante il suo intervento, ha mostrato una cartina di come le dispute sui confini nell’Europa del XVII secolo fossero molto più complicate di quelle odierne tra Palestina e Israele.
Tra gli altri esperti che hanno partecipato alla tavola rotonda c’erano il dottor Pierre Berthelot, ricercatore associato dell’IPSE, direttore della rivista Orients Stratégiques e membro dell’Académie de l’Eau in Francia; William DeOreo, idrologo, presidente di AquaCraft e sostenitore della dissalazione nucleare, dal Colorado e, infine, il dottor Kelvin Kemm, fisico nucleare ed ex presidente della South African Nuclear Energy Corporation.
I loro interventi sono stati improntati all’ottimismo riguardo al fatto che i problemi di questa regione possano essere risolti con l’approccio del Piano Oasi per trasformare e migliorare le condizioni di vita dell’Uomo. Tutti i partecipanti hanno inoltre concordato sul fatto che i problemi della regione, legati all’acuta mancanza d’acqua, non devono diventare il carburante di conflitti in corso e futuri.
In conclusione, Jason Ross ha sottolineato l’importanza di far comprendere a tutti coloro che nel mondo chiedono un cessate il fuoco, aiuti umanitari per Gaza e la fine del conflitto tra Israele e Palestina, l’importanza di mobilitarsi per una prospettiva concreta di sviluppo economico e sociale per tutti, reso possibile da un progetto come il piano Oasi. Infatti, molti dei relatori e dei partecipanti alle due sessioni si sono impegnati a portare questo tema nel dibattito pubblico.
I momenti salienti dei diversi interventi sono disponibili in un video della lunghezza di circa un’ora all’indirizzo:

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